L’importanza dell’energia solare negli Emirati Arabi Uniti è cresciuta di parecchio negli ultimi anni. Nel 2016 è arrivata la consacrazione, poiché la produzione è migliorata sia dal punto di vista tecnologico, che da quello economico: adesso l’energia solare può essere considerata una valida alternativa rispetto alle fonti tradizionali.
Il Mohammed bin Rashid Al Maktoum, il più grande progetto strategico di energia solare in un unico sito al mondo, è l’esempio lampante di produzione indipendente di energia alternativa e della nuova tendenza che vogliono avviare gli Emirati.
Lo sviluppo del sito è stato diviso in quattro fasi e tutto è iniziato nel 2013, quando la prima è diventata operativa, con l’obiettivo di raggiungere i 13Mw. Le procedure per arrivare alla seconda fase, operativa entro il 2017, sono già in moto e si dovrebbero raggiungere i 200 Mw. Proprio all’inizio della scorsa settimana è stato comunicato alla stampa che la costruzione della fase 3, che si pone l’obiettivo degli 800Mw, avrà inizio alla fine di gennaio con l’aggiudicazione del contratto per il progetto.
Si prevede che la capacità totale del Mohammed bin Rashid Al Maktoum Solar Park debba raggiungere i 1000 Mw entro il 2020, per arrivare fino a 5000 Mw entro il 2030. I costi dell’operazione sono imponenti: si parla di ben 50 miliardi di dirham di investimenti complessivi.
Sempre in tempi recenti, la Dubai Electricity and Water Authority (DEWA) ha dato il via a una gara d’appalto, per portare avanti la quarta fase del Mohammed bin Rashid Al Maktoum Solar Park, che non sarà operativa prima dell’ aprile del 2021.
Questa parte dello sviluppo rientra nella 2050 Dubai Energetic Clean Strategy, che mira a generare energia pulita pari al 7% della potenza totale di Dubai entro il 2020, il 25% entro il 2030 e 75% entro il 2050, il tutto attraverso una diversificazione graduale del mix energetico.
La desalinizzazione sarà uno degli impieghi strategici in cui verrà utilizzata l’energia pulita: da sola questa regione del Middle East and North Africa (MENA) possiede circa il 38% della capacità di desalinizzazione del mondo.
I governi si sono rivolti a questo tipo di soluzione su larga scala e al trattamento delle acque reflue, per soddisfare la domanda di acqua in una regione che è sempre arida.
Energia solare e desalinizzazione sono quindi l’accoppiata vincente su cui puntano gli Emirati Arabi Uniti, un’unione che potrebbe contribuire al risparmio di carburante, riducendo in modo significativo la presenza di CO₂ nella regione.