Una ricerca della State University of New York at Fredonia afferma che nel 93% delle acque imbottigliate sarebbero presenti particelle di plastica
Un’analisi commissionata da Orb Media ha rilevato che il 93% delle acque imbottigliate conterrebbe particelle di plastica (microplastiche).
Se confermati anche da altri enti di ricerca indipendenti, i risultati dello studio sarebbero certamente clamorosi. L’indagine è stata effettuata dalla State University of New York at Fredonia, che ha preso in esame 259 bottiglie di 11 marche comprate in 9 Paesi diversi.
Le microplastiche sono uno dei temi scottanti del momento, non tanto per la loro tossicità sull’organismo – su cui si era anche pronunciata l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) definendola “improbabile” – ma poiché sono ritenute tra le sostanze principalmente responsabili dell’inquinamento del mare.
L’analisi dell’università statunitense ha rilevato in media 10 particelle di plastica per litro delle dimensioni di 100 micron – cioè 0,10 millimetri, invece le microplastiche inferiori a 100 micron trovate in ogni litro sarebbero 325.
Il propilene, idrocarburo utilizzato per produrre tappi, risulta essere la sostanza più presente.
Le bottiglie analizzate sono state acquistate nei seguenti Paesi: Brasile, Cina, India, Indonesia,Kenya, Libano, Messico, Stati Uniti d’America e Thailandia.
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