Dal 1 al 4 settembre si è tenuto nella capitale il convegno dell’International Society for Environmental Epidemiology (ISEE) dal titolo “Old and New Risks: Challenges for Environmental Epidemiology”, che ha visto nel suo programma 17 simposi, 47 sessioni, 300 speech e più di mille poster. L’ISEE rappresenta l’associazione di riferimento a livello mondiale per chi studia i temi dell’ambiente e della salute
La conferenza dal titolo “Old and New Risks: Challenges for Environmental Epidemiology”, organizzata a Roma da ISEE, ha affrontato il tema degli effetti sanitari provocati dalla contaminazione dell’aria, dell’acqua e del suolo. Vi hanno preso parte oltre mille studiosi, docenti universitari, esperti e professionisti, con lo scopo di aggiornarsi e condividere insieme gli ultime scoperte della ricerca nell’ambito dell’epidemiologia ambientale.
Durante il primo giorno del congresso mondiale di epidemiologia ISEE sono stati presentati nuovi dati in merito alle conseguenze sulla salute dell’inquinamento dell’aria. Tra gli effetti poco conosciuti, uno è relativo alla correlazione – ancora in fase di studio – fra lunga a inquinanti come ossidi di azoto, polveri fini e metalli, e sviluppo della sclerosi multipla. Uno studio italiano ha infatti verificato che negli uomini una forte esposizione ai principali inquinanti presenti nelle nostre città può essere correlata allo sviluppo di questa patologia.
Le due relazioni plenarie del primo giorno – con argomento “Vecchi e nuovi rischi per salute” – hanno affrontato anche gli incidenti industriali. Molte presentazioni hanno toccato il tema dei numerosi rischi per l’uomo legati un ambiente alterato: dalle contaminazioni chimiche al rumore eccessivo, dai pesticidi al climate change.
A tal proposito Annette Peters dell’Helmholtz Zentrum di Monaco ha affermato in occasione dell’evento: “Degli effetti sulla salute dell’inquinamento abbiamo ancora molto da scoprire, in realtà conosciamo solo la punta dell’iceberg. Anche perché gli inquinanti non agiscono da soli, sono molto diversi fra loro, in natura e dimensione, ognuno con il suo specifico effetto. Inoltre gli individui sono sempre esposti a una pluralità di fattori di rischio, che includono stili di vita, condizioni socioeconomiche e altre esposizioni, come il rumore. E se gli studi devono ancora progredire per dare un quadro più chiaro della situazione, esistono già molte prove che devono indurci a ridurre al minimo l’inquinamento dell’aria al più presto, con politiche coraggiose basate radicali cambi di paradigma energetico e di mobilità”.