RINA avvia esperimenti di ‘ammonia bunker tanker’ nell’ambito del primo progetto UE che mira a ridurre le emissioni del settore navale sfruttando l’ammoniaca come carburante.
Il coordinatore del Consorzio ENGIMMONIA, nato per dimostrare le potenzialità dell’ammoniaca come driver della decarbonizzazione del settore marittimo, avvia un accordo per realizzare un’infrastruttura di distribuzione e rifornimento del nuovo combustibile.
Secondo l’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) entro il 2050 le emissioni di gas a effetto serra (GHG) prodotte dal settore marittimo internazionale devono essere ridotte di almeno il 50%. Il solo utilizzo di combustibili puliti non basta a raggiungere gli obiettivi dell’UE, ad esempio l’utilizzo del GNL può comportare circa il 25% in meno di emissioni di CO2, ma con un effetto limitato sulle emissioni di GHG.
In questo contesto nasce il progetto ENGIMMONIA, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma di ricerca e innovazione Horizon 2020, finalizzato a dimostrare il ruolo chiave che l’ammoniaca può giocare quale carrier dell’idrogeno come carburante alternativo del settore marittimo del futuro.
Il Consorzio del progetto, coordinato dal gruppo RINA, sviluppa sistemi per l’abbattimento dei fumi di scarico destinati a navi equipaggiate con motori dual fuel ammoniaca e gas naturale e parallelamente realizza e testa a bordo di differenti tipologie di navi tecnologie flessibili e a basse emissioni di carbonio già dimostrate in applicazioni civili. Nello specifico un chiller ad adsorbimento, che recupera calore di scarto prodotto dal motore della nave per alimentare il condizionamento; un impianto di ORC che, sfruttando anch’esso il calore di scarto generato dai motori di bordo, alimenta la potenza elettrica; il fotovoltaico strutturale; sistemi per il monitoraggio e l’ottimizzazione dei consumi della nave; sistemi innovativi di post-trattamento dei gas di scarico per motori dual fuel ammoniaca-gas naturale (EATS) e altre soluzioni.
“L’ammoniaca presenta indubbi vantaggi dal punto di vista ambientale, in quanto dalla sua combustione non si genera CO2, ma utilizzandola come combustibile navale si emettono comunque sostanze dannose, a partire dal protossido di azoto (N2O) che è un gas serra e che quindi, pur in quantità ridotte, ha un impatto rilevante” spiega Stefano Barberis, Business Development Manager di RINA e Project Coordinator di ENGIMMONIA.
Ed è questo uno degli aspetti su cui si concentreranno i numerosi partner internazionali del progetto, tra cui spiccano diversi soggetti italiani: il CNR, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, l’Università di Genova, il Politecnico di Milano e Seastema, società genovese del gruppo Fincantieri.
“Il nostro ruolo, come RINA – specifica Barberis – è quello di coordinare il progetto e di occuparci anche di tutte le questioni relative alle attività di classifica delle navi con alimentazione ad ammoniaca, sulle base delle nostre ‘Ammonia Rules’ di recente emanazione. Inoltre, lavoreremo insieme all’AdSP del Mar Ligure Occidentale ad uno studio di fattibilità relativo alla futura catena della distribuzione e del bunkeraggio di ammoniaca”.
Accanto a progetti di ricerca e all’elaborazione dei nuovi standard normativi sull’ammoniaca come carburante navale, RINA sta perciò portando avanti una serie di iniziative più spiccatamente operative per mettere a punto un’infrastruttura per la distribuzione del combustibile, comprensiva di mezzi dedicati al rifornimento delle future navi dotate di questo sistema di propulsione.
L’ultima è una partnership con Fratelli Cosulich, che ha recentemente formalizzato il suo ingresso anche nel segmento del GNL (gas naturale liquefatto), commissionando la costruzione di due bunker vessel dedicate al rifornimento ship-to-ship di questo combustibile, per un investimento complessivo che raggiunge i 90 milioni di euro.
All’accordo partecipa anche SeaTech, società basata a Singapore e specializzata nella progettazione navale, che ha firmato con RINA e Fratelli Cosulich un Joint Development Project (JDP) per sviluppare un progetto per una ‘ammonia bunker tanker’. SeaTech si concentrerà sulle attività di design, RINA verificherà la conformità del progetto alla normativa esistente e Cosulich fornirà dati operativi fondamentali per definire la sostenibilità del progetto e valutarne le potenzialità commerciali.
“Fratelli Cosulich è felice di poter collaborare con RINA e con SeaTech a questo ambizioso progetto” ha dichiarato Guido Cardullo, Head of Business Development di Fratelli Cosulich Group. “L’ammoniaca svolgerà un ruolo fondamentale nella riduzione delle emissioni dello shipping e noi crediamo che sia nostra responsabilità contribuire a decarbonizzare il settore rendendolo più sostenibile, nell’interesse delle future generazioni”.
“La sostenibilità è un pilastro fondamentale della nostra strategia, che punta a supportare l’industria marittima nell’individuazione di soluzioni pratiche ed efficaci per ridurre le proprie emissioni dannose” ha aggiunto Giosuè Vezzuto, Executive Vice President Marine di RINA. “La collaborazione con Fratelli Cosulich e SeaTech si inserisce perfettamente in questo contesto e ci consentirà di mettere a disposizione dei partner le nostra esperienza, maturata anche in altri settori industriali, con l’obbiettivo di decarbonizzare lo shipping”.