Uno studio sui benefici del GPL rispetto al ciclo di vita delle fonti energetiche combustibili è stato condotto dal Politecnico di Milano per Assogasliquidi-Federchimica.
Lo studio è stato condotto attraverso la metodologia del ciclo di vita (Life Cycle Assessment – LCA) e ha considerato ben 16 categorie di impatto. Individuate le modalità per rendere ancora più sostenibile l’intero ciclo di vita del GPL.
Considerare l’intero ciclo di vita e misurare gli impatti non solo sull’ambiente e sulla salute ma anche sul consumo di risorse. Con queste premesse è stato condotto uno studio del Politecnico di Milano commissionato da Assogasliquidi-Federchimica per confrontare le principali fonti di energia ad uso domestico e industriale.
L’analisi, condotta dal gruppo di ricerca AWARE – Assessment on WAste and REsources del Politecnico – ha valutato i potenziali impatti ambientali associati alla filiera nazionale del GPL per uso stazionario, confrontati con le più comuni alternative energetiche, analizzando 16 categorie di impatto nelle tre aree considerate: 8 sull’ambiente, 4 sulla salute e 4 sul consumo di risorse.
Nell’abito del settore industriale, l’analisi ha riguardato il confronto tra le filiere del GPL e del gasolio considerando i diversi profili di utenza (80% settore small business e 20% grandi industrie). In maniera del tutto simile al confronto per il settore domestico, emerge che il GPL fornisce prestazioni ambientali migliori in 10 delle 16 categorie di impatto analizzate. La filiera del gasolio registra impatti compresi tra il +11% (categoria di impatto ecotossicità delle acque dolci) e il +149% (categoria di impatto radiazioni ionizzanti).
Andrea Arzà Presidente Assogasliquidi-Federchimica: “Eravamo già consapevoli del fatto che anche nel settore del riscaldamento domestico e industriale, in termini di emissioni il GPL è una delle fonti più pulite come confermano molti autorevoli studi realizzati da associazioni, istituti ed enti nazionali e internazionali. L’indagine del Politecnico però è andata oltre, perché ha considerato tutti gli effetti negativi sulla sostenibilità che comprende non solo l’ambiente ma anche la salute e il consumo di risorse.
Nel farlo, il gruppo di ricerca AWARE del Politecnico di Milano ha considerato il Life Cycle Assessment, secondo un principio che dovrebbe sempre governare questo tipo di misurazioni per capire con esattezza gli impatti di determinati impianti e fonti energetiche: ossia misurare tutto il ciclo di vita. Riteniamo necessario che i decisori pubblici adottino provvedimenti conseguenti rispetto ai dati oggettivi che emergono dai confronti sia nel settore della combustione che in quello dell’autotrazione a cominciare dalle posizioni che il nostro Governo dovrà prendere nella discussione a livello comunitario del pacchetto ‘Fit for 55′.
Ciò garantirebbe il corretto rispetto del principio di neutralità tecnologica, senza quindi un salto immediato nel buio verso un’unica fonte e soprattutto garantendo in necessario contemperamento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 con quelli di rispetto della qualità dell’aria e di tutela dai danni sanitari connessi all’inquinamento atmosferico. In questa scia il settore del GPL è pronto e sta investendo in ricerca e sviluppo di processi che consentiranno di disporre già dal 2030 di quantità di bioGPL e di altri prodotti rinnovabili da miscelare al GPL per ulteriormente ridurre la sua impronta carbonica”.
Come migliorare la qualità ambientale della filiera GPL
Oltre a raffrontarne le caratteristiche ambientali con quelle di altri prodotti energetici, lo studio ha consentito di analizzare nel dettaglio la filiera GPL, individuando i segmenti dove intervenire per efficientarne il profilo ambientale. Dai risultati è emerso che i maggiori impatti della filiera sono riconducibili alla fase di produzione del combustibile, pertanto si ritiene utile valutare, sempre in ottica LCA, le prestazioni associate a processi produttivi di GPL di origine biogenica, o di miscele GPL e combustibili rinnovabili.
Un ulteriore parametro di efficientamento è rappresentato dalla promozione dell’uso di fonti alternative (es. fotovoltaico e cogenerazione) nel processo produttivo del GPL stesso, soprattutto per quei volumi disponibili come sottoprodotti dei processi di raffineria. Stesso discorso per un ulteriore rinnovamento della flotta autocisterne per trasporto stradale GPL dove, al momento, le società coinvolte nello studio dispongono di un parco mezzi in prevalenza di classe Euro 5 garantendo così un carico ambientale in fase distributiva abbastanza contenuto
Altri suggerimenti: prolungare il più possibile la vita del serbatoio di stoccaggio in acciaio al carbonio per meglio assorbire l’impatto tossicità umana e consumo di risorse. Andrebbe incentivata la sostituzione di vecchie caldaie domestiche e industriali con moderni apparecchi a condensazione alimentati a GPL per un’effettiva riduzione delle emissioni in atmosfera a parità di calore utile prodotto.