La bioeconomia è un tipo di economia che si basa sulle risorse biologiche, per creare un’industria più sostenibile
La bioeconomia è un tipo di economia che si basa sulle risorse biologiche provenienti dalla terra e dal mare per la produzione industriale, energetica, alimentare e mangimistica: l’importante è che si tratti sempre di processi che supportino la creazione un’industria sostenibile.
Un esempio classico dei prodotti di questo settore sono i biorifiuti, che hanno un grosso potenziale come alternativa ai fertilizzanti chimici o per la conversione in bioenergia.
Si stima che in Europa il valore attuale della bioeconomia si aggiri intorno ai 2000 miliardi euro, con un’occupazione di oltre 22 milioni di persone. I settori maggiormente interessati sono quelli dell’agricoltura, della silvicoltura, della produzione alimentare, della pesca, della produzione di pasta di carta e carta, ma anche alcune divisioni dell’industria biotecnologica, chimica ed energetica.
L’OCSE prevede addirittura che entro il 2030 le biotecnologie avranno un peso sempre più rilevante nella produzione, fino a interessare il 50% dei prodotti agricoli, l’80% dei prodotti farmaceutici, il 35% dei prodotti chimici e industriali, per un valore diretto stimato del 2,7% del PIL (Prodotto interno lordo) globale.
La bioeconomia dunque acquisisce di giorno in giorno sempre più importanza, tanto che la Commissione europea ha da tempo adottato una nuova strategia (nel febbraio 2012), intitolata L’innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l’Europa. Lo scopo è quello di indirizzare l’economia europea verso un utilizzo più ampio e sostenibile delle risorse rinnovabili, in previsione di alcuni eventi futuri molto probabili: il previsto aumento della popolazione mondiale, che dovrebbe sfiorare i 9 miliardi di abitanti nel 2050, e l’esaurimento delle risorse naturali.
L’Europa ha bisogno di risorse biologiche rinnovabili e si è già attivata per raggiungere questo obiettivo.