Arriva in Sicilia un sistema ad-hoc per il trattamento sostenibile dei rifiuti, che massimizza la produzione di energia e riduce l’impatto ambientale complessivo.
Il contesto socio-territoriale siciliano è caratterizzato da una carente struttura impiantistica, una raccolta differenziata che stenta a decollare e una disponibilità sempre più ridotta di luoghi idonei ad accettare discariche tradizionali. Qui, più che altrove, vi è quindi l’esigenza di trovare soluzioni per la migliore gestione ciclica dei rifiuti urbani e organici. Ed è ciò che ha voluto fare Best Mazara, incaricando Montana di studiare un sistema di trattamento dei rifiuti che massimizzi la produzione di energia con il minimo l’impatto ambientale complessivo.
Il progetto del primo innovativo impianto di trattamento BEST® di Montana è nato grazie a ricerche, studi e joint venture scientifiche con strutture universitarie della Florida e sta attualmente affrontando l’iter di approvazione.
Il cuore del processo BEST® è il Bioreattore, che consente la biodegradazione accelerata dei rifiuti con medio/alta percentuale di sostanza organica tramite il controllo dei principali parametri pilota del processo: contenuto in umidità dei rifiuti, pH, disponibilità di macro e micronutrienti, temperatura e presenza di microrganismi. Il trattamento avviene all’interno delle cosiddette ‘celle di bioreazione’. Si tratta di strutture simili ai bacini delle discariche tradizionali, ma dotate di sistemi ottimizzati di ricircolo del percolato, estrazione del biogas e monitoraggio dei parametri pilota. Qui i rifiuti vengono ciclicamente abbancati, trattati ed estratti per essere inviati alla fase finale di recupero della materia. L’impianto ha una volumetria complessiva di 1.100.000 m3 e ogni cella è in grado di contenere mediamente circa 140.000 m3 di RSU.
I vantaggi principali del sistema BEST® sono diversi. Innanzi tutto i tempi molto brevi di degradazione e completa stabilizzazione della componente organica, rispetto alle discariche tradizionali. Di conseguenza la massimizzazione della produzione di energia, una riduzione della pericolosità residuale dei rifiuti, ma anche dell’impatto ambientale complessivo. Senza contare il recupero di volumetria utile per nuovi abbancamenti, grazie a tecniche di landfill mining, con recupero di materiali riciclabili e ciclicità del processo.