Una tecnologia innovativa per trattare le acque reflue permette il completo recupero dei metalli pesanti contaminanti e li converte in materie prime
In Italia produciamo oltre 8 milioni di tonnellate di acque reflue. Il 40% viene lavorato attraverso impianti chimico-fisici: una tecnologia che per quanto datata è lo standard del settore. Il processo prevede la separazione dei metalli tramite precipitazione, che vengono poi inviati alle discariche sotto forma di fanghi. Il metallo esce quindi dal flusso di valore dell’azienda ed alimenta il rischio per le risorse idrogeologiche.
Inoltre, la saturazione degli spazi disponibili nelle discariche provoca un inasprimento delle leggi sulle emissioni e sulla qualità dei fanghi che queste ricevono. A cascata, tali azioni comportano un aumento del costo di smaltimento che viene poi sopportato dall’industria, riducendone i margini di profitto.
Il valore nascosto nei bagni galvanici esausti
L’attuale modalità di gestione delle acque reflue comporta in realtà una perdita di risorse e una minaccia per il nostro ambiente. Basti pensare che ogni anno in Europa vengono rilasciati nell’ambiente 1.980.000 Kg di metalli pesanti provenienti da impianti ed acque reflue industriali, prevalentemente Arsenico, Cadmio Cromo Rame Piombo Mercurio Nichel e Zinco. Il 67% di questa quantità viene scaricata da Italia, Germania, Francia e Spagna. Nel nostro Paese l’industria galvanica produce oltre 2 milioni di tonnellate di rifiuti liquidi industriali all’anno contenenti metalli pesanti e preziosi. In media, una PMI nel settore galvanico rilascia circa 7.000 m3/anno di acque reflue che contengono fino al 10% dei metalli trattati dall’azienda. Questi elementi rappresentano allo stesso tempo risorse inestimabili e inquinanti nocivi.
Il metalli pesanti diventano sostenibili
Una soluzione alla questione dei metalli pesanti arriva da Circular Materials. L’azienda costruisce impianti brevettati, capaci di trattare a bordo vasca liquidi contenenti metalli come Ni, Zn, Cu, Cr e metalli preziosi. La sua tecnologia tratta le acque reflue quantitativamente, senza produzione di fanghi, per far precipitare fino al 98% dei metalli pesanti e reintrodurli nel processo produttivo sotto forma di polvere, recuperando al contempo l’acqua di processo. In alcuni casi è anche possibile valorizzare il metallo recuperato sotto forma di nanomateriale ad alto valore aggiunto. Perfettamente allineata con la logica dell’economia circolare del recupero e riuso, la soluzione vanta notevoli livelli di sostenibilità ambientale, anche perché richiede solo acqua ed energia elettrica come input.
I primi test LCA hanno dimostrato una riduzione del 60% delle emissioni rispetto a tecnologie più consolidate, come la precipitazione chimico-fisica. Per questo motivo, Circular Materials ha ottenuto la certificazione Solar Impulse come soluzione efficiente nel campo dell’economia circolare. Similmente, l’azienda ha ottenuto il Certificato di Eccellenza Europeo (Seal of Excellence) per l’elevato livello di innovazione tecnologica.