Si è svolto ieri pomeriggio, presso il Bergamo Expo Center, il Convegno di apertura di IVS, con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
L’Industrial Valve Summit è il più importante evento internazionale dedicato alle tecnologie delle valvole industriali e alle soluzioni di flow control, promosso da Confindustria Bergamo ed Ente Fiera Promoberg, attualmente in corso a Bergamo.
Tra le numerose autorità presenti intervenute c’era anche anche il Vicesindaco del Comune di Bergamo, Sergio Gandi, che ha definito IVS una “vetrina internazionale per la nostra città”, sottolineando quanto sia importante l’evento per l’economia italiana, che può vantare “la seconda manifattura d’europa”.
“Innovazione, qualità e formazione sono parole d’ordine della manifestazione IVS di cui si apre oggi, 23 maggio, la seconda edizione”, ha precisato Gandi.
La presentazione
Successivamente è intervenuto Ivan Rodeschini, il Presidente dell’Ente Fiera Promoberg, che ha posto l’accento sull’importanza del settore Oil & Gas per Bergamo, dove “si trovano i maggiori produttori di valvole sul territorio italiano”.
“Due anni fa – ha raccontato Rodeschini – quando si stava organizzando la prima edizione di IVS, avevamo coscienza di essere di fronte ad un progetto di qualità: i dati ci hanno dato ragione”, infatti dopo il successo di IVS 2015 è stato raddoppiato lo spazio espositivo: gli espositori sono passati da 150 a oltre 200, inoltre sono attesi 8.000 visitatori, tra cui operatori provenienti da tutto il mondo, persino dall’Australia.
Anche Olivo Foglieni, Presidente di Confindustria Bergamo, ha espresso il suo pensiero riguardo la manifestazione: “IVS 2017 è un’occasione di visibilità internazionale e valorizzazione per le aziende del settore”. “La qualità che esprime la produzione della provincia di Bergamo – ha precisato – non poteva essere espressa senza l’apporto di un solido sistema alle spalle”, pertanto Confindustria Bergamo è in prima linea nel sostegno delle aziende della filiera delle valvole per Oil & Gas.
Foglieni ha anche raccontato che l’obiettivo di IVS è duplice: promozione e sviluppo delle eccellenze locali; segnalare ai possibili partner la presente di una filiera importante qui in Lombardia. Per il Presidente di Confindustria Bergamo IVS sarà “un’occasione di crescita e confronto tecnico, di apertura verso un futuro che non ci faremo passare davanti, ma cavalcheremo”.
Sul palco è ha preso la parola anche Nicola Lener, Capo dell’Ufficio Internazionalizzazione delle Imprese presso la Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese, che fa parte del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
La Farnesina “ha dato il patrocinio con convinzione” ha spiegato Lener, per via “dell’importanza di questa filiera, che si aggancia all’estero”. L’attività del Ministero è stata molto importante: “Abbiamo diffuso l’evento presso gli operatori esteri – ha chiosato – e abbiamo sostenuto l’evento invitando anche personalità di spicco internazionale. Siamo fortemente integrati anche con 80 uffici dell’ICE, che lavorano all’estero, i quali ci hanno aiutato nell’organizzazione di IVS 2017”.
Lener ha anche invitato dal le aziende della filiera a fare uso delle strutture pubbliche per interfacciarsi con le realtà estere: “Non diamo un sostegno finanziario, ma la condivisione di un patrimonio di informazioni e contatti. Abbiamo 756 progetti sostenuti dal ministero, di cui una buona parte nel settore della meccanica”.
Il rappresentante della Farnesina ha infine concluso dicendo che “la rete dei consolati è perfettamente integrata con quella dell’ICE e può dare una mano importante alle imprese”.
Gli studi
Durante la serata del convegno sono stati anche presentati due studi molto interessanti: uno dal titolo “Studio sul settore delle valvole per Oil & Gas”, a cura di Confindustria Bergamo e Prometeia; l’altro intitolato “Scenari di mercato e focus su EAU, Oman e Russia” effettuato da ICE, agenzia che si occupa della promozione all’estero e dell’internazionalizzazione delle imprese italiane.
Giuseppe Schirone ha presentato il primo, soffermandosi su alcuni dati: il fatturato del settore delle valvole per Oil & Gas è di di 3,5 miliardi di euro l’anno, realizzato da 303 imprese, che danno lavoro a 11.292 persone.
Schirone ha sottolineando che si tratta di “un contributo significativo all’economia italiana”, precisando che si tratta spesso di imprese meno note al pubblico, che operano in contesti b2b.
Queste aziende sono concentrate in un’area di 100 km, al cui centro vi è la provincia di Bergamo: il fatturato medio per ognuna di esse è di circa 12 milioni l’anno.
Nell’ambito Oil & Gas è l’Italia la prima manifattura d’Europa. “In circa 10 anni la distanza tra noi e la Germania è notevolmente aumentata”, ha detto Schirone. “L’italia è leader per le valvole a sfera, mentre la Francia si concentra di più nelle valvole a saracinesca e la Germania nelle valvole a globo”, ha precisato.
Schirone ha anche rivelato un dato decisamente positivo: “L’italia è l’unico paese europeo ad essere tra il primo e il terzo posto in tutte le classifiche per le produzioni di valvole”.
Il valore del commercio mondiale di valvole è di 25 miliardi di euro, di cui 2,9 miliardi sono appannaggio dell’italia. Grazie a questi numeri è il nostro Paese è terzo nel panorama del commercio mondiale.
Schirone ha anche analizzato la presenza italiana nel settore delle valvole per Oil & Gas, che è “sovrappesata in alcune aree come Medioriente e Africa”, aggiungendo che “negli ultimi anni le performance migliori si sono registrate in America e Russia”
Anche se all’interno delle varie aree individuate dallo studio ci sono forti disomogeneità, sono stati individuati dei paesi dove le prestazioni italiani sono state ottime, per esempio Russia e Oman.
Successivamente è stato presentato il secondo studio, focalizzato sugli scenari di mercato, di cui ha parlato Gianpaolo Bruno, direttore dell’Italian Trade Agency.
Lo studio di ICE interessava in particolare i rapporti tra italia e i paesi del Gulf Cooperation Council, i cui stati interessano un’area piuttosto differenziata dal punto di vista demografico: si va dai 25 milioni di abitanti dell’Arabia Saudita ai circa 3 milioni del Bahrain. Anche il pil varia parecchio tra un Paese e l’altro, fino a raggiungere i picchi dei 93.000 dollari di pil procapite in media per gli EAU.
Il GCC è molto importante per il settore Oil & Gas, poiché rappresenta 29% delle riserve mondiali di petrolio. Tra i primi dieci paesi produttori spiccano molti paesi appartenenti all’area in questione: l’Arabia Saudita da sola produce 12 milioni di barili al giorno, l’EAU circa 6 milioni, per citarne un alcuni.
Altro motivo per tenere in considerazione questo scenario è che il 32% delle esportazioni mondiali del settore Oil&Gas si concentra nei paesi del GCC, secondo lo studio.
Il Direttore dell’ITA ha confermato anche che tra i principali paesi produttori mondiali di gas, dopo Russia e Stati Uniti, c’è anche l’Arabia Saudita.
Il gas naturale prodotto negli Emirati invece ha un elevato contenuto solforico, dunque viene reiniettato nei pozzi petroliferi di altri stati del Golfo, per l’estrazione di petrolio.
Riguardo la vita residua dei pozzi di petrolio e riserve di gas naturali, non tutti i Paesi avranno lo stesso destino: l’Oman, per esempio, esaurirà i suoi giacimenti entro 15 anni, se continuerà al ritmo di estrazione attuale.
“Il settore petrolifero – ha continuato Bruno – incidente profondamente nelle finanze di questi paesi: in Kuwait il 62,9% dell’economia si basa sulle attività di quest’ambito, invece in Bahrain solo il 24% dell’economia ne è influenzata”. Essere troppo dipendenti dal petrolio incide sulla stabilità di un paese, che risente di più delle fluttuazioni del prezzo del petrolio.
Molte Paesi del GCC, per far fronte al calo del prezzo del petrolio, hanno iniziato a variare la propria economia, per ottenere maggiore stabilità.
Nonostante questo il l’Oil & Gas è ancora fondamentale e quindi è consigliabile investire in Oman o negli EAU, addirittura l’italia in quest’ultimo Stato l’Italia mantiene una quota di mercato del 45%, ma la flessione è stata pesante: oltre il 25% in meno dal 2015.
“C’è un’opportunità – ha spiegato Bruno – sempre più catalizzata su prodotti di qualità che garantiscano un ottimo mantenimento degli impianti produttivi”.
L’export in Oman di valvole Oil & Gas è più che raddoppiato: adesso la quota di mercato dell’italia è dell’85%, nonostante le difficoltà incontrate dall’industria petrolifera locale, che è caratterizzata da impianti e strutture da ammodernare.
La tavola rotonda
Dopo la presentazione degli studi, è stato possibile assistere anche a una interessantissima tavola rotonda, dove erano presenti diverse personalità di spicco.
Paolo Beretta, Vice Presidente AVR/Anima Confindustria, ha preso la parola primo, spiegando che l’associazione rappresenta 60 società del settore, di cui 22 dedicate al mondo delle valvole, per un fatturato di 7 miliardi. Il 70% circa degli associati vende all’estero, poiché “il nostro know how è consolidato”, ha dichiarato. “Presso Russia e paesi arabi le valvole italiane sono molto apprezzate – ha proseguito – e sii potrebbe essere ancora più forti in questi paesi”.
Beretta si è anche soffermato sul problema della vendita all’estero, poiché in molti paesi tuttora “è difficile vendere i nostri prodotti negli appalti pubblici”, ma non c’è da disperarsi perché “dal punto di vista qualitativo ed economico siamo in vantaggio sui nostri concorrenti”.
Il Vice Presidente ha poi concluso sottolineando come sia “importante fare squadra, come fanno negli altri paesi”, infatti “un connubio di forze come AVER, ICE e altre, può portare a grandi risultati”.
Dopo Beretta è intervenuto Paolo Cattaneo, Institutional Relations Manager di Tenaris Dalmine, che ha parlato dell’evoluzione dell’azienda di cui fa parte. Cattaneo ha sottolineato che per avere risultati migliori “è importante fare squadra” e che “Tenaris ha goduto in certi paesi del vantaggio di essere anche italiana”, per poter consolidare la presenza in molto realtà. L’azienda sopracitata opera in tre continenti: America, Europa, Asia (non Cina, per una scelta ponderata).
Questo fatto sottolinea l’idea positiva che sia ha all’estero del made in Italy, che si ritiene possa garantire uno standard di qualità superiore. Cattaneo ha concluso il proprio intervento rivelando uno dei segreti del successo di Tenaris Dalmine: “ll focus sul servizio cliente ci ha fatto fare il salto di qualità”.
Molto interessante è stato anche l’intervento di Pio De Gregorio, chiamato a rappresentare Ubi Banca, terzo gruppo bancario del paese, con un fortissimo radicamento tra Bergamo e Brescia.
Due anni fa, in occasione della prima edizione di IVS, era stata presentata un’analisi della banca dove le imprese del distretto industriale di Bergamo erano divise in tre cluster: Oil &Gas, industria, oleodinamica. Negli scorsi giorni le analisi sono state aggiornate e De Gregorio ha presentato ieri i nuovi dati:
“Il ROI, ovvero il ritorno sul capitale investito – ha spiegato – è un indicatore chiave della perfomance di un impresa: nel il ROI del cluster Oil & Gas era al 24%, nel 2015 è sceso al 10%, mentre nel 2016 stimiamo che sia sceso al 9% e prevediamo una risalita nel 2017 al 10%. Gli investimenti si sono più che dimezzati”.
Le imprese del cluster dell’oliodinamica invece “hanno un ROI molto stabile – ha continuato – e oggi in aggregato le imprese del distretto hanno un roi superire a quello delle imprese Oil & Gas”.
Il cluster dell’industria si trova in una situazione analoga, infatti il ROI stimato per il 2016 è dell’8%, più basso degli altri due ma poco volatile. Questo è un dato che conferma la stabilità del settore.
In termini di creazione di valore per i soci, De Gregorio ha spiegato che “tutte le imprese del distretto creano valore per i propri azionisti, in particolari quelle del settore dell’oleodinamica”.
Dal rapporto presentato ieri da Ubi Banca risulta anche che la situazione debitoria del distretto è più che positiva: nessuno dei tre cluster presenta una posizione debitoria, anzi sono tutti in positivo ed hanno risorse liquide.
“È un momento favorevole per investire nelle imprese del settore dell’industria 4.0, ma gran parte di questo investimenti saranno autofinanziati probabilmente”, ha concluso De Gregorio.
Angelo Di Tata, Supply Chain Director di Petrofac, azienda leader nel settore EPC, ha invece iniziato il proprio intervento soffermandosi sulle forniture: “Due anni fa in Petrofac compravamo il 25% di tutto il materiale destinato ai progetti in Italia”, ma negli ultimi due anni la percentuale è in costante diminuzione.
“Nel mondo delle valvole l’Italia deve affrontare delle sfide” a livello internazionale, ha constatato Di Tata, infatti “tutti i clienti hanno abbassato l’asticella, permettendo ad altri operatori concorrenti di entrare nel mercato”, come è avvenuto in Kuwait e India.
Altro problema, rilevato da Di Tata soprattutto in Medioriente, è la preferenza per il local content, una scelta causato dal calo del prezzo del petrolio e dalla necessità di favorire l’economia interna di stati come l’Arabia Saudita.
L’ultimo a intervenire alla tavola rotonda è stato Samuele Furfari, Consigliere di DG Energia della Commissione Europea, che ha dichiarato che l’obiettivo principale è aumentare sempre di più l’utilizzo di energia rinnovabile. Fino a che non si farà affidamento solo sull’energia pulita, il fossile sarà fondamentale, inoltre “anche le rinnovabili avranno bisogno di valvole”.
La strategia futura dell’UE riguardo l’energia punta anche ad avere “un mercato fluido, non legato alla presenza di gasdotti, senza obbligo di contratti a lungo termine”.
Secondo Furfari, infine, il Mediterraneo sarà sempre più centrale per quanto riguarda il mercato del gas, per cui è necessario costruire delle infrastrutture che consentano uno scambio di materie prime più efficiente e più fluido.