Crescita a due cifre per l’industria italiana delle bioplastiche

14 Dicembre 2016

Secondo gli ultimi dati raccolti da European Bioplastic, si prevede che la capacità mondiale di produzione delle bioplastiche quadruplicherà nel medio termine: da circa 1,7 milioni di tonnellate nel 2014 a circa 7,8 milioni nel 2019.

In Italia, nel 2015, l’industria delle bioplastiche ha fatto registrare risultati eccezionali: +10% il fatturato (pari a 475 milioni di euro), +25% le soluzioni prodotte (54.500 tonnellate complessive) e +5,5% gli occupati nel settore. Lo rivela una recente ricerca di Plastic Consult, i cui risultati sono stati resi noti nel corso del convegno “Verso la low carbon society: le opportunità offerte dall’industria delle bioplastiche”, organizzato da Assobioplastiche.209_bioplastiche

Il comparto delle bioplastiche include 210 aziende (tra cui produttori di chimica e intermedi di base, produttori di granuli e operatori di prima e seconda trasformazione) e ha visto l’ingresso di 31 nuovi operatori sul mercato della prima trasformazione. In merito agli utilizzi finali di questi materiali, il 73% è stato impiegato per produrre shopper monouso per la spesa, il 17% per i sacchi per la raccolta dell’organico e il rimanente 18% per prodotti destinati ad agricoltura, ristorazione, packaging alimentare e igiene personale.

Marco Versari, Presidente di Assobioplastiche, ha commentato questi numeri, che rivelano il successo del comparto: “I dati 2016 dimostrano in modo inequivocabile il potenziale di crescita dell’industria delle bioplastiche che, con l’agricoltura a monte e l’industria del compostaggio a valle, costituisce un vero e proprio sistema economico in grado di innescare processi di rinascita economica e di sviluppo densi di opportunità. È inaccettabile che queste capacità vengano compromesse dallo stato di diffusa illegalità intorno alla legge 28/2012″. Secondo Legambiente, infatti, più del 50% dei sacchetti attualmente utilizzato non è a norma. Versari ha poi proseguito affermando: “Siamo stati pionieri quando abbiamo iniziato a sviluppare un’industria che coniugasse innovazione a benefici per l’ambiente, crescita occupazionale a circolarità delle risorse. Oggi siamo pronti a competere nei mercati globali e a cogliere le opportunità che stanno sorgendo dall’implementazione delle politiche finalizzate a decarbonizzazione l’economia ma affinché i nostri investimenti e i nostri sacrifici non vadano perduti abbiamo bisogno che il Paese ci segua, sconfiggendo l’illegalità”.

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