Il 7 novembre ha preso il via a Marrakech, in Marocco, la ventiduesima edizione della conferenza sul cambiamento climatico – COP22, parte della convenzione quadro delle Nazioni Unite. L’obiettivo dell’incontro? Mettere in pratica quanto disposto nell’accordo di Parigi dello scorso dicembre.
Dal 9 al 22 novembre i rappresentanti di ben 197 Paesi del mondo prenderanno parte a Marrakesch alla COP22, un incontro che ha lo scopo di delineare una strategia comune dopo l’accordo di Parigi, che è già stato firmato da 97 nazioni (tra cui gli USA, la Cina, il Brasile e l’India). Le notizie più recenti, con la vittoria di Trump nella corsa alla Casa Bianca, preoccupano in tema di cambiamento climatico. È ben noto, infatti, il suo ostracismo in merito alle strategie per il contenimento dell’innalzamento della temperatura terrestre; più volte nel corso della sua campagna elettorale ha promesso di uscire dalle intese ratificate da Obama sul clima, definendole “portatrici di povertà”.
Lo scorso dicembre durante la COP21 i governi delle 196 nazioni partecipanti hanno raggiunto un accordo per contrastare il riscaldamento globale, con un impegno a mantenere l’incremento di temperatura al di sotto dei due gradi, a non aumentare le emissioni climalteranti e a stanziare 100 miliardi di dollari ogni anno per agevolare i Paesi in via di sviluppo nell’utilizzo di fonti di energia green.
“La COP22 non sarà un’occasione per penalizzare i Paesi che non si stanno impegnando a raggiungere gli obiettivi prefissati lo scorso anno”, ha dichiarato Sarah Ladislaw, direttore dell’Energy and National Security Program al Center for Strategic and International Studies. “La conferenza sarà più che altro un’opportunità per aiutare le nazioni che stanno avendo problemi ad attenersi all’accordo di Parigi. Non dobbiamo permettere, però, che chi ha scelto di non perseguire questi obiettivi, o ha fallito nel tentativo di raggiungerli, non sia sottoposto a una verifica minuziosa. Fortunatamente ci sono diverse organizzazioni non governative, e accademiche, che hanno creato dei loro meccanismi di verifica sugli impegni promessi dai governi lo scorso anno, e questo potrebbe agevolare il nostro compito”.
Cina e India, infatti, si sono già dette preoccupate dei meccanismi di misura e verifica del loro operato in campo energetico ed è per questo motivo che anche a Marrakech prevarrà un atteggiamento poco intrusivo e rispettoso della sovranità nazionale degli Stati. In Marocco verranno però condivisi dati sui Paesi maggiormente responsabili dell’inquinamento e che più faticano a diminuire le emissioni di gas serra. Occorrono dai 5 ai 7mila miliardi di dollari ogni anno per arrivare a implementare a livello mondiale un modello di sviluppo sostenibile che includa anche i Paesi più poveri. Insomma, i 100 miliardi annui previsti dall’accordo di Parigi potrebbero non bastare: per questo è importante che durante la COP22 si arrivi a concretizzare in modo operativo quanto disposto – ma finora solo a parole – a Parigi.