Ad Ecomondo – Key Energy l’Italia si qualifica come punto di riferimento per l’intero comparto verde e delinea un piano dettagliato verso gli ambiziosi obiettivi del green deal europeo, con grande partecipazione delle Istituzioni.
Dopo i saluti del presidente di IEG Lorenzo Cagnoni e del sindaco di Rimini l’edizione 2021 dell’evento di riferimento per l’economia circolare e le energie rinnovabili è iniziata con interventi illustri, tra cui il senatore Barbara Floridia, Sottosegretario di Stato per l’Istruzione, l’onorevole Ilaria Fontana, Sottosegretario di Stato per la Transizione Ecologica e l’Assessore all’Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa e Protezione Civile della Regione Emilia-Romagna Irene Priolo.
Assente per impegni istituzionali, il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha voluto però collegarsi in video per sottolineare come, nonostante il Covid, le aziende italiane non abbiano fermato gli eco-investimenti e la standardizzazione dei parametri a cui si sta lavorando in sede europea e il PNRR aiuteranno anche le PMI a perseverare in questa direzione. Il Ministro ha ricordato il primato italiano nella circolarità a livello europeo, ma anche i risultati raggiunti in campo energetico sulle rinnovabili, dove le chiavi di volta saranno l’elettrificazione dei settori hard to abate e il passaggio alla mobilità elettrica. Per rispettare gli obiettivi dell’accordo di Parigi l’Italia dovrà comunque attuare cambiamenti infrastrutturali profondi e colmare un gap di competenze green, da cui si attendono grandi benefici in termini di green economy e di creazione di posti di lavoro green. In conclusione si è rivolto così alla platea ad Ecomondo “Voi siete in prima linea a realizzare la transizione ecologica. Voi renderete possibile questo complesso cambiamento della manifattura, della gestione energetica, della mobilità, del ciclo del rifiuto e della circolarità che dovranno creare un’Italia ancora più competitiva, sperabilmente leader in un mondo capace di produrre ricchezza senza distruggerne, di assicurare un’alta qualità di vita a tutti con un modello di sviluppo per il pianeta e non a spese del pianeta”.
Stati Generali della Green Economy: una roadmap al 2030 per fare dell’Italia una locomotiva europea della green economy
La mattinata è proseguita con l’apertura della 10ª edizione degli Stati Generali della Green Economy, la due giorni organizzata dal Consiglio Nazionale della Green Economy, composto da 68 organizzazioni di imprese, in collaborazione con il Ministero della Transizione Ecologica e la Commissione europea e con il supporto tecnico della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. Oltre alla Relazione 2021 sullo stato della Green Economy in Italia qui Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, ha illustrato nella sua relazione introduttiva il percorso per diventare una delle locomotive europee in questo campo. La green economy italiana può infatti fare nel prossimo decennio un grande passo in avanti grazie alla decarbonizzazione e all’economia circolare; al piano europeo di Green Deal e alle risorse del PNRR; alle nuove opportunità di innovazione e investimento, rafforzando e rilanciando, così, importanti settori produttivi di beni e servizi nazionali.
La roadmap per il 2030 proposta dagli Stati generali promuove l’approvazione di una legge per la protezione del clima per aumentare il passo nelle misure per la neutralità climatica, il raddoppio delle rinnovabili dal 20 al 40% e il taglio del consumo di combustibili fossili del 40% al 2030, l’introduzione di misure di adattamento, il coinvolgimento attivo delle città nel raggiungimento dei target climatici. Ma punta anche a valorizzare e sviluppare i potenziali dell’Italia per l’economia circolare e il riciclo, vincolando almeno il 50% delle risorse del PNRR per sostenere progettazione e innovazione di processi produttivi e di prodotti in direzione circolare, semplificare le procedure End of waste e promuovere l’impiego di materiali riciclati; accelerare la decarbonizzazione dei trasporti aumentando gli investimenti per il trasporto pubblico locale, disincentivando l’uso dell’auto privata in città e approvando una legge quadro per la mobilità condivisa; sostenere la transizione ecologica dell’agricoltura; approvare la legge per la tutela del suolo; migliorare la tutela e la valorizzazione del capitale naturale e recuperare i ritardi dell’Italia nella digitalizzazione per sostenere la transizione ecologica. Questa proposta è tanto più urgente in vista della prossima Cop26 sul clima di Glasgow.
“L’Italia – ha dichiarato Ronchi – non deve perdere questa occasione: deve puntare, con più decisione, a far parte delle locomotive europee della green economy. Vincendo la sfida della neutralità climatica con un’economia decarbonizzata e competitiva, capace di generare maggior occupazione e un miglior benessere, si costringerà così anche la Cina e gli altri paesi ritardatari, ad inseguire. Ritengo giusto sollecitare la Cina, che è una superpotenza economica, alla Cop 26 affinché prenda maggiori impegni reali per l’attuazione dell’Accordo di Parigi, respingendo il suo tentativo di nascondersi dietro ai Paesi in via di sviluppo, per mascherare il suo disimpegno. Non si può però consegnare alla Cina l’esito della Cop 26, anche perché con la conferma di un massiccio l’uso del carbone, rifiutando impegni di riduzione delle proprie gigantesche emissioni di gas serra fino al 2029 e rinviando il suo percorso di decarbonizzazione, la Cina ha già deciso. Il successo della Cop 26 dipende dal consolidamento dell’alleanza dei Paesi che si tanno impegnando per la neutralità climatica, guidati dall’Europa e dagli Stati Uniti: l’alleanza di coloro che, non senza difficoltà, stanno facendo della neutralità climatica una leva di Green Deal, per superare la recessione causata dal Covid”.