L’impianto di Porto Marghera non sarà ceduto, né chiuso, ma sarà oggetto di nuovi investimenti, stimati intorno al miliardo di euro
Come sottolineato anche dal segretario nazionale dei chimici della Uiltec, Paolo Pirani, nel suo intervento in occasione del coordinamento nazionale dei delegati di Versalis, le ultime notizie sulla società attiva nella chimica verde del gruppo Eni portano a un cauto ottimismo. L’impianto di Porto Marghera, specializzato nel cracking della virginafta per la produzione di etilene, non sarà ceduto, né chiuso, ma sarà oggetto di nuovi investimenti, stimati intorno al miliardo di euro.
Sono state infatti chiuse le trattative iniziate prima dell’estate con il fondo americano SK Capital per la cessione del 70% delle quote della società controllata Versalis ed Eni ha confermato ufficialmente alle associazioni sindacali che rimetterà a bilancio gli investimenti inizialmente previsti per lo sviluppo delle produzioni green, già iniziate in Sardegna – in partnership con Novamont – e ancora in fase di progettazione per lo stabilimento di Porto Marghera.
Versalis è stata dunque riconsolidata nel gruppo, che ha dichiarato di non aver più intenzione di cedere; l’Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi ha infatti recentemente dichiarato in un’intervista a “Il Sole 24 Ore”: “La mia decisione è quella di concentrarmi per fare una Versalis più forte e la società sta rispondendo molto bene”.
Inoltre, secondo quanto dichiarato da alcuni sindacalisti della Cisl, sembra che i vertici europei di Eni-Versalis abbiano confermato ancora una volta la ricapitalizzazione. Il progetto prevedrà l’attuazione di processi di Ricerca&Sviluppo e di innovazione per il rilancio della chimica in Italia, con l’immissione di nuove tecnologie rispettose dell’ambiente.