Si è conclusa recentemente la Conferenza ONU sul clima, svoltasi a Marrakech, con un testo finale che fissa l’impegno di ciascun Paese partecipante a definire lo sviluppo normativo per l’attuazione dell’Accordo di Parigi entro il 2018. Il documento cita il Protocollo di Kyoto e definisce l’azione contro il riscaldamento globale come un “processo irreversibile”.
La COP 22, conclusasi lo scorso 18 novembre a Marrakech, è stato un appuntamento particolarmente importante perché rappresentava la prima Conferenza mondiale organizzata dopo l’Accordo di Parigi dello scorso anno, in cui per la prima volta nella storia 196 Stati (tra cui anche USA e Cina) sono stati d’accordo nel siglare un’intesa per contrastare il riscaldamento globale. Secondo l’accordo, l’aumento della temperatura globale dovrà essere contenuto al di sotto dei 2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali.
Scopo della COP 22 avrebbe dovuto essere quello di delineare provvedimenti concreti per attuare l’Accordo. Per esempio, un aspetto ancora da definire era quello relativo ai meccanismi di controllo e contabilità delle emissioni di CO2 e al sistema (di nuova creazione) volto a riequilibrare gli impegni dei diversi Paesi, secondo quanto espresso nel documento Nationally Determined Contributions. Al contrario, nel corso della COP 22 si è solamente disposta la pianificazione dell’elaborazione dei provvedimenti entro il 2018.
Un altro argomento affrontato durante il vertice marocchino è stato quello del Green Climate Fund, il fondo di 100mila milioni di dollari che dovrebbe essere alimentato
ogni anno dagli Stati più ricchi in favore dei Paesi in via di sviluppo. Si tratta di un contribuito volto ad aiutare queste nazioni nell’implementazione sia di politiche di contrasto al riscaldamento globale e di mitigazione delle emissioni di gas serra sia di misure di adattamento ai cambiamenti climatici. Secondo quanto disposto nell’Accordo di Parigi, il fondo avrebbe dovuto essere creato entro il 2020. La COP22 ha invece disposto uno slittamento di questo termine, perché non c’è ancora l’accordo tra i paesi donatori.
Pochissimi dunque i passi in avanti. Fa però ben sperare gli ecologisti il fatto che il 17 novembre 2016 sia stato reso noto un documento contro il negazionismo dei problemi climatici di Donald Trump, nel quale i Paesi partecipanti hanno ribadito che l’Accordo di Parigi è “irreversibile”.