Sauber e la Libera Università di Bolzano ottengono un impianto energicamente autosufficiente per la degradazione termochimica delle biomasse in syngas con un processo carbon negative.
Presso l’Università di Parma è nata una prima versione propotipale di una tecnologia concepita da Sauber per valorizzare gli scarti della filiera agricola, agroalimentare e forestale. Un progetto riuscito, ma che necessitava di un upgrade tecnologico per raggiungere obiettivi molto ambiziosi. Il fine ultimo di questo impianto è infatti quello di produrre energia pulita a partire dagli scarti agricoli, come residui ortofrutticoli o potature e generare biochar di qualità, da immettere nel terreno, come ammendante per le coltivazioni.
Il balzo in avanti è stato compiuto grazie al know-how ed alle competenze dell’equipe della Facoltà di Scienze e Tecnologie della Libera Università di Bolzano, guidata dal professor Marco Barattieri. L’azienda Sauber, incubata al NOI (Nature Of Innovation) – agenzia altoatesina incaricata di sviluppare il parco scientifico e tecnologico della regione attraverso l’interazione fra aziende e start-up innovative, istituti di ricerca e facoltà universitarie – ha così installato il suo impianto nel Bioenergy & Biofuels Lab situato presso questo parco tecnologico.
“Avevamo necessità di trovare un partner affidabile e qualificato per l’ottimizzazione del nostro impianto, e qui lo abbiamo trovato. Questa sinergia ci ha portato ad aprire una sede di ricerca e sviluppo in Alto Adige sul tema della gassificazione”, racconta Nicola Baraldi, amministratore unico della Sauber.
La nuova tecnologia permette di caricare il materiale da trattare in maniera automatica nell’impianto, alimentando il reattore di gassificazione. Qui, attraverso le elevate temperature, la presenza dell’aria come agente gassificante e la pressione, avviene la degradazione termochimica della biomassa e la produzione di un gas di sintesi (syngas). Quest’ultimo viene poi utilizzato per la generazione di energia termica ed elettrica. Il processo è autosufficiente da un punto di vista energetico e non necessita di combustibili fossili ausiliari. Non solo: la configurazione poli-generativa finalizzata alla produzione di biochar rende il processo carbon negative, quindi sostenibile da un punto di vista ambientale e ideale per la valorizzazione delle biomasse di scarto su piccola scala.
Tra i possibili campi di applicazione di questa tecnologia a livello locale, vi è sicuramente quello delle biomasse dove operano diversi imprenditori del territorio.
“La tecnologia sviluppata da Sauber rappresenta un importante avanzamento tecnologico nel settore e potrà trovare importanti applicazioni anche sul nostro territorio”, spiega Stefano Dal Savio, responsabile Tech Transfer Green a NOI Techpark, che ha accompagnato Sauber nel definire la cooperazione con l’Università di Bolzano, nello sviluppo del progetto per la costruzione del prototipo e nell’insediamento al NOI.