Il progetto Ue “CL-Windcon” nella galleria del vento dell’ateneo
Le energie rinnovabili rappresentano oggi una delle sfide più importanti per un futuro energetico “a impatto zero”. Garantire la sostenibilità ambientale, attraverso un’energia pulita e accessibile, è uno dei cosiddetti Obiettivi del millennio che le Nazioni unite si sono impegnate a raggiungere sin dal 2000. Per farlo sono in campo anche scienziati e ricercatori universitari; compresi quelli del Politecnico di Milano che, con il progetto europeo CL-Windcon (un investimento di 4,9 milioni di euro in 36 mesi) ha utilizzato la galleria del vento dell’ateneo per mettere a punto modelli numerici con l’obiettivo di fornire ai 15 partner, tra cui Enel, e alla comunità internazionale dati sperimentali per supportare lo sviluppo di tecnologie per il controllo e l’ottimizzazione dei parchi eolici, le cosiddette “wind farm“.
“Il motivo per cui il Politecnico di Milano è entrato in questo progetto – ha spiegato Alberto Zasso, direttore della galleria del vento – è perché questa galleria del vento è l’unico posto in Europa in cui poteva essere fatta la sperimentazione relativa al wind-farm control che è l’oggetto del progetto stesso”.
“Su questo tavolo girevole abbiamo potuto montare una parte di una wind farm, cioè sei turbine eoliche che contemporaneamente vengono controllate per fare in modo che sia massimizzata l’energia prodotta e minimizzato il costo dell’energia. In questa galleria del vento è possibile fare una sperimentazione significativa per la validazione dei modelli numerici”.
Nel corso della sperimentazione è stata ottenuta una serie di dati sperimentali relativi al flusso all’interno della scia prodotta dalle singole turbine eoliche in diverse condizioni ambientali.
“Per fare un esempio – ha spiegato Alessandro Croce, ricercatore del Politecnico di Milano per il progetto CL-Windcon – una macchina eolica, quando viene investita dal vento rilascia una scia che può andare a impattare sulla macchina che segue. La conseguenza è che questa seconda macchina ‘vede’ un vento inferiore e ha anche una turbolenza maggiore, il che significa una produzione inferiore e un carico superiore sulla macchina stessa. Quello che studiamo qua è l’interazione tra queste macchine, con l’obiettivo di limitare questa interazione e migliorare la produzione non delle singole macchine ma di tutte le macchine insieme”.
“Ciò che facciamo, on top alle prove sperimentali – ha concluso Zasso – è la modellazione numerica mediante supercomputer e applicazioni di Cfd della prova sperimentale ovvero la emulazione, mediante tecniche di computational fluid dynamics, della prova sperimentale stessa per un incrocio e una validazione reciproca della sperimentazione e del modello numerico”.
Il Politecnico di Milano ha due gallerie del vento; la principale con i suoi 14x4x30 metri è una delle più grandi in Europa. Il vento è generato da 14 giganteschi motori elettrici e le camere sono spesso utilizzate anche da designer e atleti come sciatori e ciclisti per mettere a punto le proprie attrezzature.
Fonte: Corriere dell’Umbria