Si chiama Depurare 2.0, Disinfezione e Purificazione Acque Reflue il progetto finanziato con i fondi Por Fesr della Regione Piemonte e che vede Amag Reti Idriche come capofila per la messa a punto di un sistema innovativo di trattamento delle acque reflue prima della loro immissione nei corpi idrici entrato nella sua fase attiva.
Il prototipo che darà vita al progetto è stato installato dove attualmente si trova il depuratore di Cantalupo e consentirà di mettere in sequenza quattro diverse metodologie green per sanificare i reflui nel processo di depurazione. Attualmente è già posizionata la vasca che ospiterà le microalghe, la prima metodologia della sequenza. Alla realizzazione del prototipo seguirà la fase di analisi e di verifica che validerà i risultati di questa innovativa tecnica di depurazione.
“Amag Reti Idriche non solo offre a una vasta comunità un servizio idrico integrato di sempre maggior qualità, ma mostra ampia attenzione ai temi dell’innovazione e della ricerca, con l’obiettivo di migliorare costantemente l’efficienza delle prestazioni e di diminuire l’impatto ambientale“, ha commentato il presidente del Gruppo, Paolo Arrobbio. Che poi ha aggiunto: “Il progetto Depurare 2.0 si muove esattamente in questa prospettiva, e ringrazio i tecnici di AMAG Reti Idriche, che si stanno impegnando a fondo in questi mesi, consapevoli di quanto un miglioramento delle metodologie di disinfezione e purificazione delle acque reflue potrà essere determinante anche nell’ambito dei progetti a cui il Gruppo AMAG sta lavorando per i prossimi anni, in un’ottica di economia circolare, ecosostenibile e che sempre più deve essere sviluppata nel rispetto del territorio“.
Sono partner del progetto le società Tea Sistemi di Torre Pellice e 3i Group di Alessandria, mentre l’Università del Piemonte Orientale-DISIT, l’Università di Padova e l’Università di Torino partecipano in qualità di consulenti scientifici. Il progetto Depurare 2.0 entra dunque nel vivo e svilupperà le attività di sperimentazione fino al novembre del 2022, in un regime di cooperazione tra i diversi soggetti coinvolti. Il valore totale del progetto ammonta a 630 mila euro, di cui 252 mila gestiti da Amag Reti Idriche.
“Oltre all’impiego di tecnologie innovative di depurazione quali le microalghe, le zeoliti e le nanospugne, le soluzioni elettrochimicamente attivate ECA – spiega – necessitano unicamente di acqua, sale da cucina e corrente elettrica per produrre anolita (disinfettante) e catolita (detergente). L’anolita è capace di distruggere batteri, spore, virus, muffe, lieviti, funghi e alghe, biofilm, microrganismi patogeni, virali e fungini, come l’Escherichia coli. Non danneggia l’ambiente e agisce in modo estremamente rapido anche se diluito in acqua o nebulizzato nell’aria. L’anolita può costituire una valida alternativa alla clorazione senza effetti dannosi per l’ambiente”, spiega Alfonso Conte, Amministratore Unico di Amag Reti Idriche, entrando negli aspetti più tecnici del progetto.
Conte sottolinea inoltre come i fanghi siano “una risorsa da recuperare e non scarto da smaltire. La quantità residua di azoto e fosforo, insieme a molti micronutrienti nei fanghi di depurazione è considerata promettente per l’industria in svariati ambiti (compendio in natura, uso cosmetico, uso alimentare) e poiché lo smaltimento dei fanghi ha un costo elevato (attualmente 137 euro/ton), trovare soluzioni efficaci su questo fronte potrà portare benefici significativi, sia sul piano economico che della diminuzione dell’impatto ambientale”.