L’azienda di biotecnologie di Tubinga, in Germania, spera di avere l’approvazione dell’Ema entro giugno. Ci sarà una rete europea di produzione e distribuzione.
Circa sei mesi dopo il via libera a Pfizer/Biontech, dalla città universitaria tedesca di Tubinga potrebbe arrivare il terzo vaccino a Rna messaggero contro il Covid, quello sviluppato dall’azienda di biotecnologie CureVac.
L’Unione Europea presto potrebbe quindi avere a disposizione il suo quinto vaccino anti-Covid. La sperimentazione di CVnCoV, il siero ideato da CureVac, è ormai alla sua terza fase e tutto starebbe procedendo per il meglio.
“Siamo molto avanti nella terza fase della sperimentazione” ha fatto sapere l’azienda biofarmaceutica tedesca, tanto che il via libera da parte dell’Ema potrebbe arrivare anche a “maggio o giugno”.
Vaccino CureVac: come funziona e quando arriva
Il candidato vaccino tedesco utilizza la tecnologia dell’Rna messaggero come quelli Pfizer o Moderna e necessita di un richiamo dopo 28 giorni. Inoltre, come confermato dall’azienda, il vaccino di CureVac non utilizza mRna modificato chimicamente: i vantaggi sono l’impiego di un dosaggio inferiore e la possibilità di una conservazione a una temperatura di 5 gradi per almeno tre mesi. Un fattore che facilita notevolmente la gestione delle fasi di trasporto e stoccaggio.
Per aumentare la capacità produttiva, CureVac, qualora dovesse avere il via libera dell’EMA, ha stipulato un accordo con Bayer: l’obiettivo è quello di arrivare a produrre 300 milioni di dosi nel 2021 e 1 miliardo a partire dal prossimo anno. L’accordo con la Commissione europea è già stato firmato, in Italia dovrebbero arrivare in totale quasi 30 milioni di dosi. Il piano stilato a inizio marzo dal commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo ne prevede 7,3 già entro giugno: un obiettivo difficile da raggiungere, ma entro settembre è previsto l’arrivo complessivo di 14 milioni di dosi. Le altre 16 saranno a disposizioni, salvo intoppi, tra fine anno e il primo trimestre 2022.
Ora la speranza è riuscire a scongiurare ulteriori ritardi, dopo che già le altre aziende farmaceutiche hanno avuto seri problemi nell’approvvigionamento delle materie prime, nella produzione e infine nella consegna delle dosi. “La fornitura delle materie prime è davvero una sfida perché le catene di approvvigionamento globali sono interrotte dalla pandemia”, ammette l’amministratore delegato dell’azienda di Tubinga. “Ad esempio – spiega Franz-Werner Haas, amministratore delegato di CureVac – a volte non è possibile ottenere l’attrezzatura o i materiali necessari per la produzione di vaccini, in quanto soggetti a divieti di esportazione. Il governo tedesco e la Commissione europea ne sono a conoscenza e si stanno impegnando per aiutarci“.
Oltre a Bayer, l’azienda tedesca ha già siglato accordi di collaborazione per la produzione del vaccino con GlaxoSmithKline, ma anche con Fareva, Rentschler e Wacker: l’obiettivo è istituire una rete europea per la produzione delle dosi. L’Unione europea dovrebbe anche essere la principale area di distribuzione del vaccino: “Oltre al fatto che la Germania è partner di CureVac – sottolinea Haas – abbiamo ricevuto fondi per lo sviluppo e la produzione del nostro vaccino, con un finanziamento di 252 milioni di euro dal governo tedesco. Abbiamo anche firmato un contratto con la Commissione europea per la fornitura di dosi di vaccino, che ci ha a sua volta fornito un sostegno finanziario per lo sviluppo del vaccino”.