Nel primo semestre dell’anno, le imprese italiane attive nel settore della meccanica hanno esportato macchinari, tecnologie e impianti per circa 13,5 miliardi di euro, registrando un incremento del +0,8% sul dato dello scorso anno. Le merci esportate sono dirette nella maggior parte dei casi in Europa, che rappresenta il mercato di sbocco più importante (44%), seguito dall’Asia (22%) e dall’America del Nord (10%).
Germania, Stati Uniti e Francia sono i primi tre Paesi di destinazione dei prodotti italiani a livello mondiale. La meccanica italiana ha esportato soluzioni in Germania per un valore di 1,27 miliardi di euro (il +7% in più rispetto all’anno scorso).
Valvole e rubinetti rappresentano la merce più esportata, mentre pompe e turbine a gas hanno registrato una crescita a doppia cifra (rispettivamente +12,7% e +20,6%), sul dato 2015. Le esportazioni verso gli Stati Uniti subiscono una leggera flessione (-8% rispetto allo stesso periodo del 2015) e ammontano a circa 1,21 miliardi di euro.
Se sono aumentate le esportazioni verso la Francia (complessivamente +10%, con ottimi risultati del comparto relativo alla caldareria), UK e Spagna si mantengono mercati stabili. Il sesto posto nella classifica dei mercati di destinazione va invece alla Turchia, che registra un +24% di export italiano, con una cifra che raggiunge i 418 milioni di euro.
Nel commentare questi dati, Alberto Caprari, presidente ANIMA, ha affermato: “Il timore era di dover affrontare conseguenze economico-politiche molto più pericolose del previsto. Anche gli ultimi mesi non hanno disegnato una situazione critica a livello di export. Gli avvenimenti in Turchia non hanno provocato effetti sugli scambi commerciali e le elezioni Usa non hanno sconvolto le borse. Tantomeno la Brexit sta incidendo sulle attività imprenditoriali. Il prezzo del petrolio si è assestato sui 50 dollari al barile diventando profittevole. Se ci sarà un’eco rilevante della mutevole geopolitica la avvertiremo probabilmente nel 2017”.