Secondo l’Energy Policy Institute dell’Università di Chicago, gli attuali livelli di inquinamento sottraggono 2,3 anni all’aspettativa di vita media globale
L’inquinamento atmosferico costituisce una “minaccia significativa” per la salute globale, anche più grave di fumo e alcool. Gli attuali livelli di inquinamento, infatti, sottraggono 2,3 anni all’aspettativa di vita media globale (dati 2021). Un impatto simile a quello causato dal consumo di tabacco e più pericoloso dell’Hiv/Aids o della malnutrizione infantile.
È quanto emerso dai risultati del rapporto realizzato dall’Energy Policy Institute (Epic) dell’Università di Chicago sulla qualità dell’aria globale. Secondo lo studio americano, l’inquinamento atmosferico legato alle polveri sottili costituisce “la più grande minaccia esterna alla salute pubblica” a livello mondiale. Questo perché aumenta il rischio di malattie polmonari e cardiache, ictus e cancro. Sulla base delle statistiche dell’Organizzazione mondiale della sanità, il 36% dei tumori ai polmoni è legato proprio a queste emissioni, così come il 34% degli ictus e il 27% delle malattie cardiache. Le polveri sottili sono causate da incendi, attività industriali e veicoli a motore.
In Asia meridionale, la regione del mondo più colpita dal fenomeno, gli effetti sulla salute pubblica sono molto evidenti. I Paesi in cui la situazione risulta più pericolosa sono India, Pakistan e Bangladesh. Gli abitanti di queste regioni rischiano di perdere fino a 5,1 anni in termini di aspettativa di vita. La Cina, invece, ha compiuto negli ultimi dieci anni importanti passi dal punto di vista ambientale, riducendo i livelli di inquinamento del 42,3% dal 2013 al 2021 e allungando potenzialmente l’aspettativa di vita media di 2,2 anni.
Critica anche la situazione italiana: l’inquinamento atmosferico resta molto elevato in aree come la Pianura Padana. A Milano, la città con il più alto tasso di smog dell’Europa occidentale, gli abitanti guadagnerebbero 1,6 anni di vita se i livelli di inquinamento da particolato fossero ridotti in modo da soddisfare le linee guida dell’Oms.