Le sfide imposte dalla transizione energetica e dal trend della sostenibilità sono i temi su cui si è concentrata la diciannovesima edizione dell’Italian Energy Summit, organizzato da 24ORE Business School in collaborazione con Il Sole 24 ORE, che si è chiuso ieri a Milano
Il presidente di Confindustria Energia Giuseppe Ricci, intervenendo in apertura dell’Italian Energy Summit ha sottolineato: “Siamo nel pieno della transizione energetica. Questo processo ha già avviato la trasformazione del modello industriale del nostro paese verso un percorso di sviluppo più ambientalmente sostenibile”.
Ricci ha quindi aggiunto: “Il nostro sistema industriale e imprenditoriale è di assoluta eccellenza, dobbiamo imparare a fare sistema e dobbiamo liberarlo da quelle pastoie burocratiche che oggi gli impediscono di dare il meglio di sé in nuovi settori”. Per implementare in modo efficace il Pniec (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030) “occorre una governance chiara, che indirizzi e monitori lo stato di avanzamento proponendo o imponendo i giusti correttivi in modo tempestivo, con concretezza e pragmatismo, altrimenti rischiamo di disperdere risorse e non raggiungere neanche gli obiettivi” ha concluso il presidente di Confindustria Energia, che ha rimarcato come sia necessaria un’attenzione “particolare agli investimenti sulle infrastrutture energetiche senza le quali la trasformazione non sarà possibile”.
“Questo Governo sembra essere abbastanza in sintonia con la Commissione Ue perché a livello europeo la transizione energetica è comunque la via che stanno imboccando quasi tutti: dobbiamo solo declinare la ricetta in termini italiani”. Si è espresso così Francesco Starace, Ceo di Enel, durante l’Italian Energy Summit. Ora servono dunque “una elettrificazione del sistema economico e una decarbonizzazione” coniugate con una circolarità economica, “con riutilizzo e riciclo su cui l’Italia è uno dei Paesi più virtuosi” e con “sostenibilità per tutti di questo cambiamento: senza dimenticare che durante questa transizione ci sono settori che, a torto o a ragione, sentono di avere qualcosa da perdere”, ha precisato il manager. Enel aveva presentato al Workshop Ambrosetti di Cernobbio uno studio in cui emergeva che dalla transizione energetica, realizzata anche attraverso una elettrificazione del sistema, si perdevano 500mila posti di lavoro in alcuni settori ma se ne guadagnavano 1,5 milioni in altri segmenti. “Ci sono tanti modi per gestire la transizione energetica – ha concluso Starace – E’ un processo che si svolge nell’arco di 10 anni, bisogna avere coraggio e prendere il toro per le corna e partire dicendoci la verità”.
Il Ceo di Enel ha quindi proseguito: “La finanza è importante per sostenere la transizione energetica. Oggi c’è una incredibile massa di denaro che cerca uno sbocco sostenibile, c’è pressione da parte degli investitori per cogliere opportunità di investimento rinnovabili e green in generale”. “Il green bond si è dimostrato interessante ma inefficiente nello scaricare a terra i propri effetti. – ha aggiunto Starace – Lo sforzo è di costruire strumenti finanziari semplici che permettano agli investitori di individuare il settore dove vogliono investire e di farlo senza troppe preoccupazioni”.
Il Ceo di Eni Claudio Descalzi, intervenendo all’Italian Energy Summit ha dichiarato: “Siamo in mezzo alla transizione energetica, questo cambiamento non lo vedrei come un problema ma come una grossa opportunità: lo scenario sarà volatile ancora per anni, si va verso qualcosa di completamente nuovo, sarà una transizione strutturale del business”.
“Sull’Italia l’impegno nel quadriennio è di 22 miliardi” con “gli investimenti principali sulla tecnologia, sulle rinnovabili e sulle attività di esplorazione”, ha ricordato Claudio Descalzi nel corso del suo intervento. L’impegno principale “è nelle rinnovabili” e “sulla parte di nuova economia, che parte dalla trasformazione dei grandi complessi di raffinazione” fino alle “nuove attività”. L’ultima delle quali è quello di ricavare energia dalle onde. Un percorso in cui “il punto di partenza è l’Italia: qui sviluppiamo le nuove tecnologie e poi cerchiamo di fare un deployment”.
“L’Europa è il continente che più ha fatto nella transizione energetica ma il cambiamento climatico è un fatto globale: il Vecchio Continente vale l’8-9% delle emissioni, noi possiamo essere super virtuosi ma se siamo gli unici a fare gli sforzi serve a poco”, ha concluso Descalzi.
Anche il Ceo di Erg Luca Bettonte, intervistato durante l’Italian Energy Summit, organizzato da 24ORE Business School in collaborazione con Il Sole 24 Ore, ha sottolineato che l’impegno del Governo sul fronte della transizione energetica e dell’economia verde è “una bella notizia per gli operatori come noi: siamo in grado di raggiungere gli obiettivi al 2030, abbiamo avuto una grande accelerata nel passato ma serve anche per il futuro”. Bettonte quindi ha proseguito: “Dobbiamo concentrarci sui temi più critici: c’è un tema legato allo sviluppo della normativa, gli ultimi decreti in Italia sono arrivati in ritardo. Un altro elemento importante è quello dei tempi: mediamente in Italia ci vogliono cinque anni per ottenere il permesso per un impianto eolico. In questo lasso di tempo cambiano tante cose, a partire dalle tecnologie”. Ciò senza trascurare altri nodi chiave come la rete, che “fino a poco tempo fa poteva assorbire con maggiore facilità maggiori volumi ma se si aggiunge più capacità intermittente (quella rinnovabile, ndr) può andare incontro a possibili scompensi: per questo Terna ha messo in campo svariati miliardi di investimenti”, ha sottolineato Bettonte, chiarendo che è “importante focalizzarsi su questi elementi e intervenire per velocizzare il percorso”.
Un ultimo elemento, non meno importante, è rappresentato dal fatto che l’industria eolica “comincia ad avere problemi di obsolescenza: in Italia abbiamo oltre 2,4 GW di eolico con torri di capacità inferiore a 1 MW e ormai senza incentivi”, peraltro posizionate nelle location più ventose. Per questo, ha concluso il Ceo di Erg Bettonte, “bisogna consentire all’industria di fare un upgrade tecnologico, un repowering: ci sono miliardi di euro che si potrebbero sbloccare ma che il vecchio decreto spalma incentivi sta rallentando”.
Valerio Camerano, Ceo di A2A, interpellato a margine dell’Italian Energy Summit, a proposito dell’asta sul pacchetto eolico Renvico messo in vendita dal fondo australiano Maquarie in Italia ha dichiarato: “Su Renvico la gara è partita, noi ci siamo e ci aspettiamo sviluppi nel giro di qualche settimana. Abbiamo presentato un’offerta”. Su Sorgenia, invece, altro dossier su cui A2A è attiva, Camerano ha spiegato: “Stiamo aspettando sviluppi da parte dell’advisor, al momento una scadenza per le offerte vincolanti non c’è”.
Durante l’Italian Energy Summit, è intervenuto anche il managing director di TAP AG Luca Schieppati che ha dichiarato che per l’Italia il primo gas proveniente dal gasdotto Tap arriverà per l’ultimo trimestre del 2020. “Il Governo ha rinnovato ed esteso il Via, che sarebbe scaduto ieri, quindi possiamo continuare: è un segnale concreto e tangibile di collaborazione e dell’importanza di aprire il corridoio meridionale. Anche in Grecia, dove siamo pronti a inserire il primo gas a novembre, e Albania siamo in linea con i tempi”, ha aggiunto Schieppati.
Il managing director di TAP AG ha quindi proseguito evidenziando che nel mercato “c’è la piena consapevolezza che Tap possa raddoppiare la capacità di gas da immettere nella rete”. “Abbiamo fatto un market test su questa possibilità fino a 20 miliardi di metri cubi di gas – ha spiegato Schieppati nel corso del suo intervento all’Italian Energy Summit -. Tecnicamente non ci sono problemi, servono solo due compressori in Grecia e Albania, ma i tubi restano gli stessi”.
La diciannovesima edizione dell’Italian Energy Summit, organizzato da 24ORE Business School in collaborazione con Il Sole 24 Ore, ha trattato anche temi quali il mercato del gas, dell’energia elettrica e dell’Energy Trading, con approfondimenti specifici sui temi più sfidanti per il settore: transizione industriale verso l’economia verde, approvvigionamento flessibile e innovazione, ruolo e centralità del consumatore, libera concorrenza e competitività del mercato.
Partner dell’Italian Energy Summit sono stati Acea, Edison, Enel, Erg, Kpmg, Snam, Terna, Tirreno Power, Trans Adriatic Pipeline, Commissione Europea, GSE, Studio Legale Gatti Pavesi Bianchi, Kyocera e Lavazza.
Fonte: Ufficio stampa Gruppo 24 ORE