Mosh e Moah: oli minerali di origine fossile, dannosi alla salute. Se fossero anche nei vostri alimenti?

19 Aprile 2018
mosh e moa

Con Atlas Copco zero rischi di contaminazione nel processo produttivo

 

Si chiamano MOSH (Mineral Oil Saturated Hydrocarbon) e MOAH (Mineral Oil Aromatic Hydrocarbon), sono oli minerali di origine fossile dannosi per la salute che si possono trovare negli alimenti e nelle bevande come residui dei processi produttivi. Sono leggeri ma tossici, migrano attraverso l’aria e si fissano sugli alimenti.
L’Unione Europea ha pubblicato nel 2017 la raccomandazione 2017/84 per analizzare la presenza di MOSH e MOAH nei prodotti alimentari e negli oggetti destinati a venire a contatto con essi, ad esempio i materiali utilizzati per impacchettare pane e panini, cereali da colazione, gelati e dolci. A questo seguiranno norme specifiche nei diversi paesi, ma nel frattempo c’è chi si porta avanti e si organizza per garantire che vapori provenienti da idrocarburi non entrino nel processo produttivo.

Atlas Copco è stata la prima azienda produttrice a ricevere la certificazioneClass Zero” relativa alla normativa ISO 8573-1 che definisce gli standard di purezza dell’aria compressa relativamente alla presenza di particelle di acqua e olio. I compressori “oil-free” della serie Z garantiscono assenza di oli e di rischi di contaminazione.

Una delle potenziali fonti di contaminazione è infatti l’aria, ampiamente utilizzata come vettore energetico nel ciclo produttivo di pasta, biscotti e merendine, nel trasporto pneumatico delle granaglie e nei processi di imbottigliamento. Le aziende attente alla sostenibilità ambientale, che selezionano con attenzione la qualità della materia prima per garantire prodotti naturali e genuini, è bene prestino la massima attenzione anche alla purezza dell’aria. Sarebbe un vero peccato che il biscotto prodotto da grano, cioccolato e burro genuini si trovi ad avere tracce di vapori di idrocarburi.

Sono molti gli esempi, all’estero e in Italia ad avere scelto compressori “oil free”:
In un’importante azienda agricola inglese la filiera del latte è totalmente seguita dai macchinari di Atlas Copco. Si parte dalla mungitura fino alla preparazione di formaggi, yogurt e panna, con l’assoluta certezza che non possa intervenire nessun tipo di contaminazione.
In Belgio una nota azienda che imbottiglia acqua sorgiva utilizza compressori Oil Free di Atlas Copco, per garantire che, all’interno delle bottiglie, dalla sterilizzazione, al riempimento ed alla chiusura, non ci siano tracce di olio o sostanze contaminanti.
In Italia La Molisana, uno dei principali produttori di pasta con una forte attenzione alla genuinità dei prodotti, utilizza nel suo ciclo produttivo compressori “oil free”. Fondata nel 1912 è una delle più antiche aziende produttrici di pasta, e ad oggi confeziona oltre 40.000 sacchetti di vari tipi di pasta al giorno, con una grande attenzione alla sostenibilità e alla qualità del ciclo produttivo. Per produrre pasta sono importanti oltre a passione e know-how, anche tecnologia: ad esempio sono necessarie pompe per il vuoto, per estrarre l’aria dalla pasta, consentendone durevolezza, odore e colore immutati, e sistemi di aria compressa per il packaging.

“La genuinità della pasta è fondamentale per la nostra azienda. Per garantire assenza di contaminazione dobbiamo prestare massima attenzione alla qualità dell’aria nel ciclo produttivo, per questo utilizziamo tecnologia “oil free” di Atlas Copco, azienda con cui collaboriamo da cinquant’anni che garantisce la purezza dell’aria utilizzata”, afferma Flavio Ferro, Responsabile degli stabilimenti produttivi di La Molisana.

“Riteniamo fondamentale sensibilizzare il mercato sulle possibili contaminazioni dovute a MOSH e MOAH. In attesa di una regolamentazione europea, infatti, è importante che le aziende siano consapevoli dei potenziali rischi per la salute dei consumatori qualora si utilizzino compressori lubrificati ad olio anziché sistemi “oil free”, afferma Emiliano Farnesi, Product Marketing Manager Oil Free Compressors in Atlas Copco” I nostri compressori sono, relativamente alla norma ISO 8573-1, in “Classe Zero” assenza di oli e di rischi di contaminazione nel processo produttivo.
A questo si aggiunge che il nostro stabilimento di Anversa ha ricevuto la Certificazione ISO 22000, che garantisce la sicurezza del processo produttivo nel settore alimentare”.

Fonte: Updating

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