ENEA conduce la prima ricognizione nazionale sulle nuove tecnologie di sfruttamento dell’energia da correnti di marea e onde marine, un campo in cui l’Europa resta leader nel mondo
La disponibilità di risorse energetiche marine in Europa è maggiore lungo la costa atlantica, ma anche il mar Mediterraneo offre opportunità interessanti, sia per produzione energetica che per sviluppo di tecnologie. Dalle valutazioni ENEA è emerso che le aree con il più alto potenziale di energia dal mare sono le coste occidentali della Sardegna e il Canale di Sicilia.
È riconducibile a società europee il 66% dei brevetti per l’energia da correnti di marea, il 44% di quelli per l’energia dalle onde e il 70% della capacità energetica globale. Nel contesto della transizione energetica verso tecnologie a basse emissioni di carbonio, la produzione di energia dal mare nel Mediterraneo appare quindi oggi più che mai un’opportunità di crescita importante per il nostro Paese.
La ricognizione fa parte di una campagna condotta insieme a Ocean Energy Europe (OEE), European Energy Research Alliance (EERA) e ETIP Ocean ed è svolta in parallelo con quella degli altri 13 Paesi della task force europea dell’energia dal mare, da quest’anno guidata da ENEA per conto dell’Italia. “L’incarico di guidare la task force suggella i tanti anni di lavoro a fianco di università e industria italiane sulle nuove tecnologie e sul calcolo del potenziale energetico del mare”, commenta Gianmaria Sannino, responsabile del Laboratorio ENEA di Modellistica Climatica e Impatti e chair della task force europea. “La task force avrà il compito di ‘traghettare’ il settore dell’energia dal mare dalla attuale fase di sviluppo tecnologico dei dispositivi alla piena operatività commerciale, attraverso l’incremento del livello di maturità tecnologica dei singoli dispositivi sperimentali e di tutta la filiera industriale, la ricerca di strumenti finanziari e lo sviluppo di standard e certificazioni ambientali”, aggiunge Sannino.
ENEA è impegnata sull’energia dal mare con le attività finanziate dall’accordo di Programma con il Ministero dello Sviluppo Economico, che hanno lo scopo di ridurre il costo dell’energia prodotta, fino a raggiungere un valore di interesse per applicazioni reali in ambiente insulare. Le attività prevedono inoltre lo studio della predicibilità dello stato del mare e di conseguenza dell’energia marina disponibile nel bacino Mediterraneo, su scala di tempo stagionale. “Attraverso questi studi sarà possibile prevedere con largo anticipo gli uragani mediterranei, i cosiddetti medicane, che per dimensioni e forza possono mettere a rischio le infrastrutture offshore. Inoltre, ci daranno la possibilità conoscere la quantità di energia disponibile con stagione di anticipo”, sottolinea Irene Cionni, ricercatrice del Laboratorio ENEA di Modellistica Climatica e Impatti.