Scopo del nuovo Piano Nazionale Industria 4.0, recentemente presentato dal Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, è quello di incrementare gli investimenti e rilanciare il tessuto produttivo italiano
Il piano Nazionale Industria 4.0, che diventerà operativo a partire dall’anno prossimo fino al 2020, prevede di mobilitare – già nel 2017 – circa a 10 miliardi di euro in più di investimenti privati (la cifra salirà da 80 a 90 miliardi di euro). Inoltre, in tre anni destinerà 11,3 miliardi di euro in attività di ricerca e innovazione. Il piano assicurerà tempistiche più dilatate per il super ammortamento (una sorta di iper ammortamento per gli investimenti legati a Industria 4.0), un credito di imposta per ricerca e innovazione incrementale (l’aliquota della spesa interna arriverà al 50%, con credito massimo da 5 a 20 milioni di euro) e interessanti incentivi per chi effettua acquisiti di beni strumentali.
Tra gli obiettivi di questo piano al 2020, vi è anche la copertura di tutto territorio nazionale con la banda larga (e il funzionamento di quella ultralarga in circa la metà delle imprese), poiché si tratta di un’infrastruttura fondamentale per l’Industria 4.0. Per favorire i processi di formazione, inoltre, verranno elargiti finanziamenti a centri di ricerca e create apposite strutture in tutta Italia.
“Il pacchetto Industria 4.0 aiuterà le imprese italiane a rilanciare la capacità competitiva, attraverso gli investimenti: farà ripartire l’economia”, ha dichiarato Calenda. “Quello che rischia di bloccare la crescita in Italia ma anche in Europa è proprio la mancanza di investimenti. E noi abbiamo creato un sistema di incentivi destinato a chi investe. Se non investi non spendo niente”. Il Ministro ha poi aggiunto che, con il Piano, “proponiamo un patto di fiducia: noi incentiviamo l’investimento, chiediamo che le industrie facciano la loro parte”.
Adesso è il momento della prova nell’economia reale: se è vero che non è possibile cambiare l’Italia in pochi anni attraverso un piano, sarà importante verificare quale sarà la risposta di sistema da parte delle imprese, che dovranno dimostrare di sapersi rinnovare, quando le condizioni contestuali lo permettono. Il Piano mette sul piatto le migliori carte per far in modo che le numerose Pmi rimaste ancora all’analogico sviluppino la consapevolezza dell’importanza del cambiamento.04