Rapporto ISPRA 2022: la gestione dei rifiuti urbani

5 Gennaio 2023
Rapporto ISPRA 2022: la gestione dei rifiuti urbani

Il Rapporto Rifiuti Urbani dell’ISPRA edizione 2022 evidenzia l’urgenza di potenziare il riciclo e dimezzare il conferimento in discarica. 

 

I rifiuti avviati ad impianti che effettuano il recupero di materia costituiscono il 50% del totale dei rifiuti prodotti e raccolti in maniera differenziata. Il riciclaggio dei rifiuti urbani, calcolato secondo le nuove metodologie stabilite dalla normativa europea, si attesta al 48,1% a fronte di un obiettivo del 55% da conseguirsi nel 2025, del 60% nel 2030 e del 65% da raggiungersi nel 2035.

 

Impiantistica

Gli impianti di gestione dei rifiuti urbani, operativi nel 2021, sono 657: 349 al Nord, 116 al Centro e 192 al Sud. Sono dedicati al trattamento della frazione organica della raccolta differenziata 356 impianti (293 impianti di compostaggio, 42 impianti per il trattamento integrato aerobico /anaerobico e 21 impianti di digestione anaerobica), 124 sono impianti per il trattamento meccanico o meccanico biologico, 126 sono impianti di discarica cui si aggiungono 37 impianti di incenerimento e 14 impianti industriali che effettuano il coincenerimento dei rifiuti urbani.

Va rilevato che l’aumento della raccolta differenziata ha determinato negli anni una crescente richiesta di nuovi impianti di trattamento, soprattutto per la frazione organica, ma non tutte le regioni dispongono di strutture sufficienti a trattare i quantitativi prodotti.

 

Trattamento biologico

L’anno 2021 è caratterizzato da un ulteriore progresso del settore del trattamento della frazione organica da raccolta differenziata. La quantità totale recuperata (8,3 milioni di tonnellate), denota, nel confronto con il 2020, un incremento di 188 mila tonnellate (+2,3%).
La quota dei rifiuti organici, in particolare, passa da circa 6,6 milioni di tonnellate a circa 6,8 milioni di tonnellate (pari all’81,6% del totale trattato), evidenziando una crescita di 190 mila tonnellate, pari al 2,9%. Tale andamento interessa tutte le aree del Paese, con una maggiore rilevanza, in termini quantitativi, nelle regioni del Nord che evidenziano una crescita di circa 123 mila tonnellate (+ 2,8%). Più contenuta, ma superiore in termini percentuali, la crescita nelle regioni centrali (circa 33 mila tonnellate, pari al 4,2%); costante appare la progressione anche nelle regioni del Meridione, dove si assiste ad un aumento di oltre 34 mila tonnellate, pari al 2,5%.

 

Smaltimento in discarica

I rifiuti urbani smaltiti in discarica, pari a quasi 5,6 milioni di tonnellate, mostrano rispetto al 2020, una riduzione del 3,4% e costituiscono il 19% del totale prodotto.
Si evidenzia, in particolare, un decremento riferibile al Sud (-5,8%), pari, in termini assoluti, a circa 151 mila tonnellate. Diminuzioni significative si rilevano, anche, al Centro dove il decremento è pari a circa 37 mila tonnellate (-2,1%) da ascrivere ai miglioramenti in termini di raccolta differenziata. Non si rilevano variazioni significative al Nord, dove si registra una leggera diminuzione dello 0,7%, pari a circa 11 mila tonnellate.
Nell’ultimo decennio il ricorso alla discarica si è ridotto del 52%, passando da 11,7 milioni di tonnellate a 5,6 milioni di tonnellate. Il numero degli impianti operativi (126) è rimasto, nel complesso, stabile rispetto alla precedente rilevazione (131 impianti nel 2020).

 

Incenerimento

Il 18,3% dei rifiuti urbani prodotti è incenerito (5,4 milioni di tonnellate); il dato evidenzia, rispetto al 2020, un incremento di circa 85 mila tonnellate, pari all’1,6%. Su 37 impianti operativi, 26 si trovano al Nord, in particolare in Lombardia (13 impianti) e in Emilia-Romagna (7 impianti).

 

Imballaggi e Rifiuti di imballaggio

La normativa europea prevede ambiziosi obiettivi di riciclaggio al 2025 e al 2030 per i rifiuti di imballaggio che rappresentano uno dei principali flussi monitorati. Nell’ottica di assicurare condizioni uniformi di misurazione dei nuovi obiettivi sull’effettiva quantità dei rifiuti d’imballaggio ritrattati per ottenere nuovi prodotti, materiali o sostanze, sono state definite, a livello europeo, stringenti metodologie di calcolo.

Il recupero complessivo dei rifiuti di imballaggio rappresenta l’82,6% dell’immesso al consumo, in lieve calo rispetto al 2020. Tutte le frazioni merceologiche, ad eccezione del legno e della plastica, presentano una diminuzione della percentuale di recupero. Con l’applicazione delle nuove metodologie di calcolo gli obiettivi previsti per il 2025 sono praticamente già raggiunti per tutte le frazioni di imballaggio, ad eccezione della plastica.

Per incrementare il riciclaggio di quest’ultima, tra le linee di azione su cui intervenire vi è lo sviluppo di nuove tecnologie di trattamento, soprattutto per quelle tipologie di rifiuti che sono attualmente difficilmente recuperabili mediante processi di tipo meccanico.

È inoltre necessario ridurre i gap esistenti a livello territoriale e in tale ambito importanti misure sono contenute sia nel Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti (PNGR) che nel Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Quest’ultimo, in particolare, prevede fondi per il potenziamento dei sistemi di riciclaggio della plastica mediante riciclo meccanico e chimico in appositi ‘Plastic Hubs’.

Anche nell’ambito della definizione di una Strategia nazionale sulle plastiche sarà necessario affrontare la problematica in modo coerente garantendo, da una parte, il controllo della dispersione nell’ambiente e, dall’altra, una maggiore valorizzazione.

 

 

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