L’omonimo piano dettaglia obiettivi e azioni per raggiungere entro il 2050 la piena decarbonizzazione di settori energivori come acciaio, chimica, ceramica, carta, vetro, cemento e fonderie
Lo studio “Strategia per la Decarbonizzazione dei settori cosiddetti Hard to Abate” è stato redatto da Interconnector Energy Italia, Federbeton, Federacciai, Assocarta, Confindustria Ceramica, Federchimica, Assofond e Assovetro, in collaborazione con Boston Consulting Group e dimostra come la decarbonizzazione di questi comparti sia perseguibile esclusivamente attraverso un portafoglio diversificato di soluzioni.
La riduzione delle emissioni dirette previste fino al 40% dipenderebbe da un piano di azione congiunto tra efficienza energetica, economia circolare, combustibili low carbon, cattura della CO2, green fuels (idrogeno e biometano) ed elettrificazione. Questi ultimi tre elementi potrebbero garantire nel 2050 il 70-80% di riduzione delle emissioni totali dei settori analizzati, mentre le restanti potrebbero supportare la riduzione delle emissioni per un ulteriore 15-20%. Per questo il report suggerisce una roadmap che prevede, in questo decennio, l’implementazione delle leve di decarbonizzazione ‘tradizionali’ e allo stesso tempo un forte focus su ricerca, sviluppo e sperimentazione delle leve innovative, con l’obiettivo di dimostrarne l’applicabilità e la scalabilità industriale e quindi renderle strutturali dal prossimo decennio.
L’analisi degli esperti di BCG ha inoltre individuato delle aree strategiche da cui dipende il successo del piano di transizione al 2030, stimando in circa 15 miliardi di euro l’ammontare del costo totale necessario alla realizzazione del piano e ipotizzando 13 capitoli di evoluzione regolamentare per creare le condizioni più idonee allo sviluppo e all’implementazione delle leve individuate.
Relativamente alla parte economica si ipotizza la predisposizione di un piano di fondi strutturato e dedicato ai settori ‘Hard to Abate’, a cui affiancare sia meccanismi di sostegno sul modello di quanto già previsto e collaudato (ad esempio TEE, I 4.0., ex Cert. Verdi), sia strumenti di accesso a energia verde competitiva. I cambiamenti normativi proposti sono invece indirizzati a facilitare l’implementazione delle leve di decarbonizzazione ‘tradizionali’ (combustibili a basso contenuto di carbonio, economia circolare ed efficientamento energetico), definire una cornice regolatoria dedicata a idrogeno e cattura della CO2 e a supportare l’economia green sostenendo l’acquisto di prodotti decarbonizzati presso la PA, aziende e clienti privati.