Nel percorso verso la transizione energetica il Gruppo Maire Tecnimont, attraverso la sua controllata NextChem, sta proseguendo il suo impegno per sviluppare nuove tecnologie green utilizzando fonti bio e circolari.
Applicando il proprio know-how e la propria esperienza, NextChem ha dedicato grande attenzione allo sviluppo di soluzioni tecnologiche di economia circolare, di processi per l’utilizzo di componenti biologici come materia prima per ridurre le emissioni di gas serra nei processi industriali tradizionali.
NextChem opera nel riciclo di rifiuti plastici attraverso l’utilizzo della tecnologia proprietaria MyReplastTMUpcycling, con la sua società MyReplast Industries, che gestisce un impianto in provincia di Brescia, in grado di separare i polimeri e di ottenere granuli di alta qualità, similari alla plastica vergine.
Al fine di favorire soluzioni per l’economia circolare, NextChem sta lavorando a tecnologie di riciclo chimico, quali pirolisi e depolimerizzazione, e ha una società interamente dedicata alla tecnologia Waste to Chemicals (MyRechemical). La tecnologia Waste to Chemicals permette di convertire i rifiuti non riciclabili meccanicamente in prodotti chimici di alta qualità e combustibili low carbon, come idrogeno, metanolo ed etanolocircolari.
Sono prodotti che possono essere utilizzati per la decarbonizzazione progressiva del trasporto su gomma, del trasporto navale e anche come base per la produzione di carburanti sostenibili per il trasporto aereo, o come composti chimici a basso impatto carbonico fondamentali per l’industria.
La mobilità delle persone e delle merci svolge un ruolo vitale nell’economia mondiale, ma ad un costo elevato, rappresentato dalla quantità di CO2 emessa quotidianamente. Applicando la biochimica al settore dei carburanti, NextChem è in grado di ricavare dagli scarti vegetali, grassi e residui di cellulosa biocarburanti, come il diesel rinnovabile e l’etanolo di seconda generazione (2G), oppure dei bio-lubrificanti e di altri prodotti della chimica verde.
Accanto all’area dell’economia circolare e a quella dei biocarburanti, NextChem ha fatto significativi progressi in termini di tecnologie per la produzione di idrogeno a basso impatto carbonico. L’idrogeno, infatti, si sta affermando come elemento chiave per la transizione energetica, in quanto è utilizzabile come combustibile e come feedstock in molti processi industriali, è immagazzinabile e trasportabile per lunghe distanze.
Come abilitatore della transizione energetica, NextChem ha adottato un business model unico, capace di rispondere ai bisogni del nuovo mercato dell’idrogeno in via di sviluppo. Facendo leva sulle capacità del gruppo Maire Tecnimont, NextChem si posiziona sia come project developer e co-investitore nelle fasi di sviluppo dei progetti e come industrializzatore/integratore di tecnologie innovative.
NextChem propone tre tecnologie per la produzione di tre differenti tipologie di idrogeno low carbon e da fonte rinnovabile.
Il primo è l’Idrogeno BluElettricoTM, basato su un know-how tradizionale ma che prevede l’utilizzo di energia elettrica per alimentare le reazioni endotermiche del reforming del metano a vapore. Sebbene l’architettura dell’Idrogeno Blu ElettricoTM sia molto simile a quella dello steam reformer, la cattura della CO2, l’elettrificazione del processo e la possibilità di utilizzare energia da rinnovabili per fornire il calore di reazione, consentono di ridurre del 45% le emissioni di CO2 rispetto al sistema tradizionale.
Per quanto riguarda l’Idrogeno verde, la soluzione ottimale in termini ambientali, NextChem, avendo accesso a tutte le tecnologie della catena di produzione disponibili sul mercato, è in grado di ottimizzarne l’integrazione in ogni tipo di processo chimico e petrolchimico.
Un percorso complementare è rappresentato dall’Idrogeno CircolareTM, prodotto tramite la tecnologia Waste to Chemicals. La sinergia tra i due settori, quello della gestione e dello smaltimento dei rifiuti e quello dell’industria chimica, si traduce in una tecnologia molto promettente, che ben si adatta ai principi dell’economia circolare e che consente di ottenere una riduzione complessiva delle emissioni Climalteranti – fino al 90%-, se confrontata con l’approccio tradizionale dell’incenerimento.
Gli impianti per la produzione di Idrogeno CircolareTM potrebbero essere collocati nei siti industriali energy-intensive, come le raffinerie, contribuendo alla loro decarbonizzazione, o vicino agli impianti di trattamento dei rifiuti ottimizzando i processi logistici nell’ottica di ridurre l’impronta carbonica anche dei trasporti.
La spinta di questi anni sia alla decarbonizzazione che all’indipendenza energetica fa sì che la disponibilità di queste tecnologie, mature e cantierabili, sia da considerare da primaria importanza a livello internazionale.