Il Regolamento REACH, entrato in vigore nel 2007 nei Paesi dell’Unione Europea, ha disposto per produttori, importatori e utilizzatori di sostanze chimiche l’obbligo di registrare tali sostanze, al fine di tutelare salute umana e l’ambiente. Gli operatori italiani del comparto chimico hanno tempo fino al 31 maggio 2018 per mettersi in regola
Per gli imprenditori attivi nell’UE la registrazione REACH delle sostanze chimiche prodotte o commercializzate è obbligatoria, secondo il principio “No data, no market”. Chi non fornirà tali informazioni quindi non potrà dunque proseguire la sua attività.
In particolare, i dati da inserire – che saranno raccolti ed elaborati dall’Agenzia Europea delle Sostanze Chimiche-ECHA – riguardano le caratteristiche intrinseche di tali sostanze. Devono adempiere a quest’obbligo i produttori o gli importatori che gestiscono quantità superiori a 1 tonnellata all’anno di queste materie (se non si superano le 10 tonnellate annue i requisiti di informazione sono ridotti).
Poiché si tratta di un procedimento piuttosto laborioso, è consigliabile iniziare l’operazione di registrazione fin da subito, nonostante la scadenza sia ancora lontana. Lo affermano l’ECHA e il nostro Ministero dello Sviluppo Economico che, per evitare che le nostre imprese arrivino impreparate a questo appuntamento, ha realizzato un opuscolo sul REACH. Il Ministero inoltre può fornire assistenza nella compilazione dei moduli alle imprese che la richiedano.
Secondo le previsioni dell’ECHA, i produttori e importatori di sostanze chimiche effettueranno la registrazione di circa 25 mila sostanze (il triplo di quelle attuali). Il Regolamento REACH inoltre muterà lo scenario del mercato europeo della chimica; si prevede che alcune aziende creeranno consorzi o realtà associative per affrontare insieme gli oneri della registrazione.